Analisi del voto – Il Pd mantiene le posizione del 2006, il sindaco G. F. Sero, nonostante riconfermato, perde il 12%, la vera novità Filomena Greco, che ha raccolto quasi tutto il dissenso


COITUS INTERRUPTUS











Al momento dell’amplesso ecco l’interruzione: niente pargoli, prego. Teniamoci quello che abbiamo dal 2006.
Il capolavoro “strategico” delle elezioni comunali, o la “disfatta”, che è la stessa cosa, dei responsabili: i protagonisti, o presunti tali, che farebbero meglio a dedicare il loro prezioso tempo al loro lavoro giornaliero e non certo alla politica.
Invece, per la smania megalomane di strafare, hanno consegnato il governo della città (quella della “Tarantella”) ad una sparuta minoranza la quale, legittimamente, s’intende, continuerà in quello che “lor signori”, cervelli fini, definiscono da anni un esercizio costante al saccheggio.
Lasciamo le analisi del voto agli esperti, che su di essi si eserciteranno per infiniti periodi, e stiamo ai fatti consegnatici dalle urne.
Finiti in pentola i polli da batteria che si opponevano a Filippo Giovanni Sero, il risultato scaturito dagli scrutini è davvero paradossale; siamo dinanzi ad una coalizione minoritaria ed, anzi, in calo di consensi, che guiderà Cariati per altri cinque anni.
Insomma, saremo governati da un gruppo che ha ottenuto solo un terzo dei voti validi espressi, con tanti saluti alla democrazia rappresentativa. Ma è la norma.
La lista di “Viviamo Cariati – Insieme” ha compiuto un autentico miracolo di metodo sbaragliando soprattutto il solito Pd, mentre è andata al di la delle aspettative l’alleanza che faceva capo a Filomena Greco.
Secondo i numeri che, da ignoranti, abbiamo elaborato, come si dice, a mente fredda, il Pd ed i suoi alleati, partendo da una “base” dura e pura di 927 voti, hanno raggiunto quota 1657 grazie al tonificante apporto degli “altri”, mantenendo, purtroppo, le posizioni del 2006. Il segretario del Partito democratico tragga le conclusioni.
Filippo Giovanni Sero, il sindaco uscente, che pure poteva contare sullo “zoccolo” certo di ben 1250 probabili elettori (socialisti inclusi), si è fermato, con un segno negativo di quasi 12 punti percentuali, sulla “fiducia” dei fedelissimi, recuperando certi notabili di comprovata fiducia ed i consensi dell’Api (Alleanza per l’Italia) che ha portato in dote qualcosa come 415 voti: magnifico.
Ma un discorso a parte merita la Lista n. 3, guidata da Filomena Greco, la prima donna della storia di casa nostra che prova a scalare Palazzo Venneri.
La donzella, senza partiti che la corroborassero, si è attestata su 1798 voti, rosicchiando interamente il “dissenso” degli uscenti: un traguardo notevole che avrebbe potuto avere ben altri effetti se solo qualche “cavallo di razza” avesse galoppato con più impegno.


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