Amministrative 2011 – Riconfermato a sindaco G. F. Sero, personale successo di Filomena Greco, delude la lista “Cariati nel cuore” , guidata da Mario Sero
maggioranza che governerà cinque anni con appena il 35,41% dei favori, mentre la parte più corposa e rappresentativa della volontà popolare (62,32%, pari a 3.655 elettori)
CARIATI – E ora prepariamoci alla danza delle cifre.
Per giorni, e forse per settimane, ce ne imbottiranno il cervello con relative interpretazioni.
Affrettiamoci, prima che si alzi questo polverone. A trarre dalla nostra aritmetica semplice, e magari grossolana, le poche conclusioni che ci sembrano suffragate dal comune buon senso.
La prima è che gli elettori hanno mostrato più giudizio degli eletti. Ci voleva poco, ed è vero.
Ma ci voleva molto a vincere il disgusto offerto dalla nomenklatura delle tre liste.
L’astensionismo, che tutti paventavano massiccio, è stato contenuto entro limiti fisiologici. E ora, a cessato pericolo, possiamo dirlo con franchezza: chi è andato alle urne merita una lode. Ma chi con c’è andato non merita il biasimo, perché aveva i migliori motivi per non andarci.
La seconda conclusione è l’inarrestabile declino del Partito democratico locale che non è riuscito ad arginare la frana nemmeno nelle condizioni di favore creategli dai socialisti al governo della città: vuol dire che il Pd è una pianta secca a lenta consumazione. Nemmeno il voto dei giovani gli ha dato nuova linfa.
La terza conclusione è che i cariatesi hanno confermato la maggioranza uscente, e questo, per i vincitori, dovrebbe suonare come un ordine perentorio: sedersi attorno ad un tavolo non per spartirsi le poltrone ma per stabilire un programma di cose da fare.
E andiamo ai numeri.
Il sindaco riconfermato, Filippo Giovanni Sero, perde, rispetto al 2006, 11 punti percentuali (530 voti), ma lo zoccolo duro dei socialisti (Trento, Celeste, Minò ed il fido Salvati) tiene più che bene.
Anzi, Leonardo Trento riafferma la sua indiscussa leader ship nel partito, e non è un’eresia consideralo un fine stratega della politica nostrana.
Difatti, egli, per arginare il vistoso calo di consensi che era nell’aria, coopta l’Api (Alleanza per l’Italia) che porta in dote 415 voti senza i quali la “disfatta” sarebbe stata inevitabile.
Discorso a parte merita il mancato successo dell’Unione civica “Cariati nel cuore” che sosteneva la candidatura di Mario Sero, esponente di spicco del Pd.
Cinque anni fa, sempre lo stesso Sero (Mario) si presento, sic simpliciter, con l’Ulivo; i voti furono 927.
Ora, corroborati dai ragazzi dell’Udc e dalla “parte migliore” (come è stato detto) del Pdl, raggiunge quota 1657, ma precipita se si sottrare il valore aggiunto dei citati gruppi rappresentati da Francesco Cosentino (274); Franco Lettieri (135); Maria Elena Ciccopiedi (151) e Orlando Parrotta (110).
Un caso?
Sembra quasi un miracolo, invece, l’exploit di Filomena Greco (“Fai vincere Cariati”).
La virgulta, catapultata nell’agone politico poco più di un mese, ha letteralmente “inventato”, in tre settimane, una campagna elettorale che le fatto “sentire” l’ebbrezza della vittoria.
Partita praticamente dal nulla, ha costruito una buona squadra, competitiva e concorrenziale: probabilmente, anzi, sicuramente, ha pagato per l’inesperienza politica.
E così, sembra assurdo, abbiamo una maggioranza che governerà cinque anni con appena il 35,41% dei favori, mentre la parte più corposa e rappresentativa della volontà popolare (62,32%, pari a 3.655 elettori) “tutelata” da 4 consiglieri, sarà relegata fra gli scranni della minoranza.
Un fatto è certo, Filippo Giovanni Sero ha rimediato la sua seconda vittoria consecutiva (in assoluto è la prima volta che succede a Cariati) stabilendo un piccolo record da “Guinnes” dei primati.
Ora non ci resta che stare a vedere come va, augurando a Filippo Giovanni Sero ed alla sua maggioranza, buon lavoro.