Incidente SS106 - Era ubriaco il conducente che ha provocato lo scontro frontale causando la morte del dipendente Enel
E' stato arrestato ed è piantonato nell'ospedale di Cosenza con l'accusa di omicidio colposo aggravato
CARIATI – Era ubriaco il quarantacinquenne Pasquale Covello, che l’altro ieri ha causato la morte di Filippo Valente (di Bocchigliero, 52 anni) in un pauroso incidente stradale: ora rischia dai 3 ai 10 anni di carcere. E per questo è stato arrestato dalla squadra mobile di Cosenza, e piantonato nell’ospedale dell’Annunziata, con la pesante accusa di omicidio colposo aggravato dalla circostanza di guida in stato di ebbrezza.
Ricapitoliamo: Filippo, caposquadra Enel presso l’ufficio decentrato di Cariati, è a bordo dell’auto di servizio, una Fiat Punto, assieme al collega Claudio Filletta.
All’altezza del chilometro 315 della famigerata statale 106 proseguono ad andatura ridotta.
D’altra parte la velocità massima consentita in quel tratto è di 90 Km/orari.
Tutto succede nella frazione di un secondo, come ci raccontano clienti e gestori dell’area di servizio contigua al luogo del tremendo impatto.
Si vede una Citroen Picasso (quella del Covello) che transita come un razzo ad alta velocità e, subito dopo, si sente un botto sovrumano: tra le lamiere contorte la vita di Filippo giunge al capolinea.
Lo scontro è frontale, con il Covello che invade la corsia opposta.
Filippo è gravissimo; il suo compagno di lavoro se la caverà; qualcuno allerta i soccorsi che giungono in pochi minuti, ma i medici del vicino ex ospedale cariatese non possono fare altro che constatare il decesso del povero Filippo.
Intanto arrivano le forze dell’ordine, una squadra dei vigili del fuoco di Rossano e l’elisoccorso che trasporta il Covello a Cosenza
La dinamica dell’incidente adesso appare più chiara: il Covello, dagli esami ematici svolti, presenta nel sangue una concentrazione d’alcol del 2,92%, quasi 6 volte la soglia minima prescritta dalla legge (0,5%).
L’accusa è gravissima: omicidio colposo aggravato dalla circostanza della guida in stato di ebbrezza.
La pena prevista va dai 3 ai 10 anni di detenzione.
L’uomo, rappresentato e difeso dall’avvocato Gaetano Monte del Foro di Rossano, sarà sentito nei prossimi giorni per la convalida dell’arresto, mentre il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Rossano, Paolo Remer, ha conferito l’incarico dell’esame autoptico sul corpo del Valente ai medici legali Maurizio Chimenz e Maria Pia Sciacca.
All’ingegnere Angelo Viteritti spetterà il compito della perizia tecnica sulla dinamica del doloroso incidente.
Nel frattempo a Bocchigliero, nelle montagne della Sila ove Filippo viveva con la moglie Filomena ed i tre figli, sembra sia calata una cappa di dolente silenzio.
Lui era persona assai nota, proprio per il suo lavoro: conosciuto in tutto il territorio, ed in specie a Cariati, come uomo pronto a dare l’anima per risolvere, nel limite delle sue competenze, i mille, piccoli problemi della vita quotidiana.
Filippo lascia davvero un vuoto profondo, quello che sanno trasferire con l’umiltà della gente semplice le persone come lui.
Ti sia lieve la terra.