Amministrative 2011 - Analisi semiseria dei simboli elettorali – “Viviamo Cariati insieme” segna il suo destino nel simbolo: il MARE è AGITATISSIMO; il CIELO è ROSSO ed il SOLE volge al TRAMONTO.
Cariati - “Le forme di partecipazione alla politica sono simboliche”. Non lo diciamo noi, ma gli esperti, appunto, di simbologia. Il simbolo è un oggetto ideale, e difatti la differenza tra un semplice pezzo di stoffa ed una bandiera non sta nell’oggetto, ma nel significato. Così tutti gli italiani riconoscono in un tricolore che sventola il segno della propria identità nazionale. Ma non tutti i simboli hanno significati politici (ad esempio, l'acqua è simbolo di vita, di pulizia, di grazia divina, di innocenza) anche se tutta la politica è abitata da simboli. Chi riuscirebbe a pensare al nazismo senza vedere la svastica? Oppure, chi potrebbe pensare al comunismo senza vedere una falce ed un martello? Nel nostro piccolo mondo, come non pensare alla maggioranza uscente senza vedere il mare, il sole, le torri medievali e l’amore? OSSERVIAMO ATTENTAMENTE I SIMBOLI DEL 2006 E 2011 Cinque anni fa il concetto sintetico, orecchiabile e suggestivo della coalizione uscente era rappresentato dallo slogan (attenti all’intreccio tra maiuscole e minuscole) AMIamo CARIATI, inserito nel logo vero e proprio. L’effetto, sorprendentemente semplice, era la scissione del verbo “Amare” in tre diverse chiavi di lettura: Ami, amo, AMIamo 1) AMI (Cariati) è seconda persona singolare del presente indicativo. TU AMI. 2) amo (Cariati) è prima persona singolare del presente indicativo (IO AMO) ma anche l’uscita della prima persona plurale del presente indicativo di tutti i verbi regolari. 3) AMIamo (Cariati) è prima persona plurale del presente indicativo. NOI AMIAMO. E poiché il modo indicativo si limita a constatare la realtà, il giochino è bello che fatto: tutti amano Cariati (siamo addirittura alla terza persona plurale). L’immagine stilizzata rappresentava un panorama idilliaco visto da un TORRIONE DELL’ANTICA CINTA MURARIA: un MARE CALMISSIMO da cui SORGE IL SOLE, ed essendo evidente che ALBEGGIA, il CIELO non può che assumere una colorazione che dal BIANCO muterà presto in azzurro. I tempi cambiano, ma il calembour della frase ad effetto è il medesimo del 2006. Adesso il verbo “AMORE” s’accoppia con “VIVERE”: “viviamo CARIATI insieme”. “Vivi” ci pare un imperativo: “devi vivere Cariati”; “amo” è la certezza che IO AMO. Ergo: “Viviamo” è un invito alla partecipazione. Ma poi c’è quell’ “insieme” che ci convince poco, almeno dal punto di vista della grammatica: poiché “viviamo” sottende la prima persona plurale “noi”, più persone che compiono la medesima azione, l’avverbio ci pare superfluo. Immaginate vostra moglie che all’ora di mettersi a tavola per la cena, quando finalmente la famiglia è più o meno tutta riunita, vi dice: “Caro, mangiamo insieme”. “Sant’Iddio, vuoi che intanto me ne stia qui a morir di fame per poi cenare solo soletto?” Ma non di errore si tratta, quanto di opinabile cattivo gusto. Insomma, è una questione d’orecchio. Di tutt’altra natura le immagini: intanto lo sguardo non si posa dal centro storico al mare, ma dal mare, che è in primo piano, al centro storico; si distingue la merlatura di un TORRIONE sullo sfondo la CUPOLA della CATTEDRALE da cui si dipartono, in una sorta di cometa, le 12 stelle che rappresentano l’Unione Europea; il MARE è AGITATISSIMO; il CIELO è ROSSO ed il SOLE volge al TRAMONTO. Qualcuno, sicuramente un burlone, ha letto in maniera distorta il simbolo nella sua totalità: la maggioranza è in alto mare, peraltro in tempesta, tanto che vede allontanarsi sempre più il Palazzo; il rischio di un naufragio è probabile, date le condizioni atmosferiche e, per di più, col sole che tramonta caleranno presto le tenebre e sarà buio fitto. E se l’assassino che ritorna sul luogo del delitto è, secondo noi, un pirla, il delinquente con un briciolo di coscienza, spiegano i criminologi, lascia sempre indizi precisi. Forse per lavarsi l’anima.