Terravecchia, domani si festeggia il 90.mo di autonomia amministrativa dal comune di Cariati
TERRAVECCHIA – Domani pomeriggio Terravecchia festeggia solennemente il novantesimo anniversario di autonomia amministrativa dal comune di Cariati, protrattosi per 114 anni. Era difatti il 1807 quando gli occupanti francesi, organizzando il nuovo sistema amministrativo, accorparono il comune di Terravecchia a quello di Cariati. “Gli abitanti – racconta il sindaco Mauro Santoro, fra l’altro autorevole studioso di storia locale - subirono con disagio la forzata unificazione e, forti della loro identità culturale e sociale, misero in piedi varie iniziative per manifestare il proprio dissenso, fino alla clamorosa protesta del giugno 1882 quando nessun si recò alle urne per le elezioni amministrative. Poi, finalmente, il 14 aprile 1921 ci fu la definitiva autonomia dal municipio di Cariati con la promulgazione della legge n. 425, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 99 del Regno d’Italia”. Il primo sindaco eletto nella primavera del 1924 fu Cesare Tursi. Adesso il discendente del terzo millennio, Mauro Santoro onora, assieme alla giunta, l’autonomia nell’ambito delle celebrazione dell’Unità d’Italia. “È un riconoscimento ai tanti terravecchiesi che si sono battuti per conservare il nostro diritto - dovere a vivere ed operare in un comune autonomo”, commenta il primo cittadino il quale oggi solennizzerà l’evento intitolando alcune vie cittadine ai “sindaci e alle personalità del nostro comune e donando alcune targhe di amicizia a chi abbiamo trovato compagno nel nostro cammino”. È prevista la consegna di un attestato di vicinanza e di stima alla limitrofa città di Cariati ed ai cariatesi, considerati “vicini di casa con cui da sempre abbiamo condiviso gioie e dolori”. Per l’occasione, Terravecchia è il primo comune della Calabria che riceverà dalle mani del presidente della commissione regionale contro la mafia, Salvatore Magarò, la targa “antindrangheta” da apporre alla sede municipale (“Qui, la ‘ndrangheta non ha diritto di entrare. I comuni calabresi ripudiano la mafia in ogni sua forma”). Perché Terravecchia lo commenta lo stesso Magarò: “Partiamo da un piccolo comune per ribadire con forza che i nostri municipi sono il vero presidio della democrazia e della lotta a tutte le incrostazioni mafiose”. Che la festa abbia inizio per una comunità fiera e dignitosa!