La sana satira del ponte-online - "Ambarabaciccicoccò tre civette sul comò"
Ogni riferimento a fatti, circostanze o persone è puramente casuale
Cariati, terra della tarantella, della mortadella, dell’olio, della vopa, delle sarde, della pitta cu i jìriti, della ghiotta: è normale che con tutto questo ben di Dio qui si nasca con la voglia di MANGIARE A TUTTI I COSTI.
Oggi tocca a te, domani a me: e questa si chiama democrazia compiuta, altro che balle.
Prendiamo, per esempio, la limpida, trasparente fase pre elettorale per la composizione delle liste che concorreranno alla conquista di Palazzo Venneri: un grandissimo esempio di civiltà.
Secondo le nostre informazioni, apprese tranquillamente e senza patemi d’animo, tutto sta filando liscio.
Cominciamo.
“CARIATI NEL CUORE” è il nome dell’unione civica a cui aderiscono Pd, Udc, Su, Fli, Pdl e IDV (che significa “Impresa Demolizioni Varie”).
L’altra sera, a tarda ora, si dovevano riunire nel Centro storico, presso la sede del Pdl, per ufficializzare il nome del sindaco.
Ma in “Impresa demolizioni varie” ci sono problemi col Tonino nazionale, così gli alleati sono invitati ad aspettare qualche minuto fuori dalla porta.
La compagnia va al bar vicino e, nell’attesa, consuma 18 caffé, 92 gelati al limone, 13 fette di crostata, 57 babà e 29 alka seltzer e un barattolo di citrosodina (per digerire il tutto).
Gli anziani, dopo un’ora, cominciano a scalpitare: chi deve andare a casa a fare il clistere; chi cambiare il pannolone; chi prendere lo sciroppo; chi ripulire la gabbia del canarino; chi portare in strada il cane per i bisognini notturni; chi guardare “Porta a porta”; chi tentare, con l’ausilio della pillola blu, di adempiere ai doveri coniugali.
Il tempo passa, le consumazioni crescono: “Basta – s’incazza il pagatore – ci sto rimettendo una barca di Euro. Con quello che ho speso stasera avrei potuto rifare almeno 10 chilometri della 106. Andiamo a casa. Ci aggiorniamo a domani. E portatevi dietro il portafogli, che io non sborso più quattrini”.
SOCIALISTI – L’incontri di mattina presto, morti di sonno. Sono reduci da un summit che è durato 8 ore filate.
Il dilemma: chi è approdato dalle nostre parti deve essere considerato profugo o clandestino? In altre parole, dobbiamo accoglierlo o rimandarlo a casa?
Il partito è diviso: qualcuno propone di assumerli tutti come ballerini di tarantella; qualcun altro per ripulire le strade cittadine dagli enormi cumuli di spazzatura.
Ma poi si chiarisce tutto: si sta parlando dei nemici politici che vorrebbero amoreggiare con noi, non di extracomunitari.
Allora è tutto da rifare, proviamo a dare loro un posto in lista.
Gia, ma a chi chiedere dei nostri di farsi da parte?
Ecco, forse, la soluzione: non candidiamo più Rin Tin Tin, l’Ape Maya, Multimediale e Willy Coyote, così liberiamo tre posti sicuri.
La riunione riprenderà dopo un breve sonno ristoratore. Portatevi i panini, ché d’ora in poi ognuno mangia di tasca propria.
IL GRUPPONE – Si riuniscono dopo cena, tanto per digerire. Devono decidere il candidato a sindaco e nel frattempo imbavagliano e legano ad una sedia Ridge Forrester che, nientemeno, s’era messo in testa di essere uno stratega di primo piano. Il tenente Colombo ed il commissario Montalbano si consultano con Don Matteo: la lista si può FORMARO (pardon, “formare”).
Il povero Ridge, che è solo come una molecola di sodio in una bottiglia d’acqua minerale frizzante, riesce a liberarsi ed evade dal villaggio. Da giorni è ossessionato da una particolare fobia di persecuzione, meglio nota come “ipse dixit”.
Si dice che ultimamente tenga sempre acceso il computer connesso al sito de “il ponte-online”, anche di notte.
L’altra volta, ad un cliente che domandava lumi sulla stipula di un contratto, consigliò la formula “ipse dixit”.
Al che il povero uomo: “Ma io chiedevo semplicemente il “bonus malus”. Se comunque questa nuova formula dell’ipse dixit è comprensiva del rischio incendio e furto per me va bene. Mi fa uno sconticino?”
Intanto non si ferma l’attività amministrativa e fra qualche giorno è previsto l’ultimo consiglio comunale del quinquennio.
Mastro Lindo vuole lasciare il segno e all’ordine del giorno porta in discussione un solo punto al fine di fare chiarezza su un mistero che affligge da secoli l’intera umanità: “Come cavolo facevano tre civette sul comò a fare l’amore con la figlia del dottore? Ed è vero che il dottore si ammalò?”.
Ambarabaciccicoccò.