Maltempo – Gli abitanti di Scala Coeli, rischiano di rimanere isolati


Alcune frane hanno messo a rischio i collegamenti con la statale 108 ter, e con la Sp 260. di competenza della Provincia



SCALA COELI – Gli abitanti di Scala Coeli rischiano, ancora una volta, di essere segregati in casa, a meno che non decidano d’imbarcarsi in avventure rocambolesche per raggiungere la costa, la “civiltà” del terzo millennio.
Quassù, sui monti della presila jonica, non ci sono strade o, meglio, quelle che c’erano non sono più praticabili.
Da Scala Coeli non si passa: ci si deve andare.
Ma i pochi cittadini che ancora vivono nello splendido borgo sono “costretti” (scuole, uffici e sgangherati servizi sanitari) alla mobilità, un diritto che sembra loro negato da un assurdo balletto di infinite competenze e che ha come protagonisti il Comune e la Provincia di Cosenza.
Con ordine.
Per raggiungere la costa jonica ci si serviva, fin dai primi anni del secolo scorso, della statale 108 ter, adesso, dopo il riordino della rete viaria, di competenza della Provincia che la chiama pomposamente Sp 260.
Accade che nel 2006 (come dire, per i tempi burocratici, l’altro ieri), e precisamente il 14 aprile, una frana, isola completamente il paese.
L’alternativa, per studenti, lavoratori e cittadini bisognosi di cure, è quella di sobbarcarsi un ampio “giro” che risale fino a Mandatoriccio e ridiscende sulla 106: 42 chilometri di curve e tornanti contro gli originari 20.
Ma la vecchia gente di montagna è caparbia, e sopporta con dignità il disagio.
Finalmente, grazie anche alle insistenza del “Quotidiano” (che pubblica per due mesi, ogni giorno, la stessa foto della “vergogna” accompagnata dalla medesima didascalia) qualcosa si muove e l’Ente gestore (sempre la Provincia) appalta i lavori che, invero, sono ultimati a tempo di record.
Tutto a posto? Macché.
Nel frattempo c’è un altro pezzo di strada che crolla, e continua a venir giù.
Insomma, dopo 5 anni, il tratto compreso fra Scala Coeli e Terravecchia è interdetto al traffico: chi tenta il “passaggio” lo fa a proprio rischio e pericolo.
Intanto, ed è ovvio, le aziende di trasporto pubblico si adeguano e mutano itinerario.
Ma forse si trova la soluzione: mettere in sicurezza il percorso che collega Scala Coeli con la frazione di San Morello e quindi imboccare la provinciale che immette sulla statale 106.
Il Comune, però, non ha quattrini, ed allora ecco intervenire la Provincia che firma col Comune un accordo di programma (a siglare l’atto, il 30 ottobre 2008, sono il presidente Mario Oliverio ed il sindaco Mario Salvato, alla presenza dell’assessore alla viabilità, Arturo Riccetti).
Il costo complessivo, tutto a carico della Provincia, è di 500 mila Euro
“Con questo intervento – spiega all’epoca Oliverio - mettiamo in sicurezza e riqualifichiamo una importante strada di collegamento che costituisce una alternativa alla ex SS 108 la quale, in particolare nella stagione invernale, è oggetto di interruzioni data la tormentata conformazione geologica di quel territorio”.
Adesso siamo punto e a capo.
La conformazione geologica del terreno su cui sorge quella strada (ma qui la storia affonda davvero nella notte dei tempi) non dà scampo: la sede sta sprofondando, nonostante i rimedi palliativi del Comune.
Chi deve intervenire?
L’assessore Riccetti, il 3 dicembre del 2009, spiega: “La strada, lo si ribadisce, è comunale, non di proprietà dell’Ente che ha inteso comunque intervenire per superare una situazione di forte disagio per le popolazioni”.
Ma il disagio, purtroppo, è sempre dietro l’angolo, mentre a pagare, e non è sterile populismo, sono sempre e solo i cittadini di Scala Coeli, checché ne dicano i soloni della politica nostrana, distratti da altre mire ed altri impegni.


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