Amministrative2011 – I balletti dei partiti e degli uomini che li rappresentano: una miscela di verità nascoste e di ipocrisia


Le ipotesi di alleanze con il contorno di una buona dose di fanta politica. Il cantiere è aperto.



CARIATI - Elezioni amministrative: non resta che complimentarsi coi registi delle operazioni in corso.
Mai si era vista una sceneggiata svolgersi con così rigorosa aderenza ad un copione già scritto e che confonde sempre di più, laddove ce ne fosse ulteriore necessità, i cittadini elettori.
Della campagna elettorale prossima ventura possiamo, con il beneficio del dubbio, anticipare i temi.
Cominciamo con il Partito democratico: Il Pd, quando è di fronte ad una scelta, anche se puramente tattica, si contorce, si avvolge, rischia di rompersi e finisce prigioniero della sua anima massimalista, nostalgica di barricate che non ha mai eretto.
Negli ultimi cinque anni, ha fatto il diavolo in quattro per affermare la sua autonomia, opponendosi, punto su punto, a quasi tutte le scelte dell’attuale esecutivo.
Ma ora che si tratta di dare applicazione concreta al dissenso, il partito si è disfatto ed ha ripreso docilmente il suo posto di reggicoda ai “portatori di voti”, giostrando in un ordine sparso che annulla qualsiasi peso ed incidenza.
Uno dei maggiori protagonisti della contesa, presunto alleato del Pd, sarà l’Udc (quella che si definisce “ufficiale”).
I centristi, regolati e condotti da un abile commediante, sfruttano la congiura del silenzio e, nel contempo, brigano con la maggioranza uscente.
Insomma, due piedi (o forse tre, se non fosse per un mirabolante stravolgimento anatomico) in una scarpa: per capire l’Udc bisognerebbe rivoltarlo, come si faceva un tempo con le giacche il cui rovescio era meglio del dritto.
Siamo all’elogio dei doppiogiochisti, gente alla quale, ormai, abbiamo fatto il callo.
Ma il guaio è proprio questo: che avendoci fatto il callo, nessuno s’indigna più, perché nessuno se ne aspetta più nulla se non tradimenti ed imbrogli.
C’è poi il cosiddetto “terzo polo”, ed anche qui si respira aria di congiura: l’Alleanza per l’Italia (Api) giura di aderire, con annessi e connessi, al programma in costruzione del gruppo coordinato da Alfonso Cosentino, già candidato alle elezioni regionali per l’Udc.
Il rappresentate di Rutelli dimostra, almeno, di avere appreso tutto dall’ex sindaco di Roma, e prima garantisce, pubblicamente, l’incondizionato appoggio del suo partito (che, ci pare, non c’è), e dopo ritratta clamorosamente.
Ma ormai le parole sono svuotate da ogni significato, e così è possibile assistere agli incredibili balletti dell’Italia dei Valori che non riesce a trovare nessuno con cui flirtare, semplicemente perché vorrebbe amoreggiare con tutti, Pdl compreso, in una sorta di incesto alla rovescia: altro che bunga bunga, qui siamo al lupanare.
Tranquillissima è la coalizione uscente retta, in massima parte, dai socialisti che proprio l’altro ieri hanno fugato dubbi e maldicenze di piazza: il sindaco Filippo Giovanni Sero, sarà ricandidato alla poltrona che occupa, con dignità, da 5 anni.
L’imprimatur, dice una nota ufficiale, è determinato “dall'ottimo lavoro svolto dal primo cittadino e da tutta la coalizione che lo ha sostenuto. L’impegno del Sero ha consentito di ottenere risultati storici per la nostra comunità ed ha riportato Cariati ad avere un ruolo guida nelle politiche territoriali e sovra comunali”.
L’apertura: “Il Partito Socialista Italiano auspica una forte collaborazione con tutti i gruppi politici che mirano ad una normalizzazione del dibattito politico, animato in questi ultimi anni da troppi inutili personalismi e da toni che danneggiano ogni crescita, economica, sociale e culturale”.

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