Una giovane ragazza, Cristina Santoro, ci ha fatto pervenire una lettera che pubblichiamo. Ai navigatori le considerazioni
Cariati - Sono una ragazza di ventidue anni . Sono giovane e inesperta in molte se non in tutte le cose, ma non sono troppo giovane per osservare e capire la realtà che ci circonda .
Questo vuole essere uno sfogo , non un attacco ; una protesta rivolta a tutti e a nessuno in particolare; non una azzardata mossa politica, ma la semplice esternalizzazione di pensieri di cui tutti già domani non avranno più memoria .
La mia voglia di denunciare l’irrisorietà dei meccanismi che governano il mondo politico nasce dalla preoccupazione di vedere crollare i principi costituzionali sulla base dei quali il nostro Paese ha cominciato a crescere. La mia esperienza mi ha portato a considerare la Costituzione italiana come quella legge suprema che faccia da guida per le mosse future; come quel documento sacro in cui tutti possono e debbono aver fiducia; come quel testo in cui ogni singola parola ha un significato e una forza distinta e precisa capace di creare un Paese sano e libero.
Ed è proprio da un articolo della Costituzione che vorrei partire, il quale recita: “il voto è personale, libero e segreto”.
Pochi comprendono l’importanza di questo strumento con cui ognuno di noi si dota della possibilità di partecipare attivamente alla vita politica scegliendo la persona che sentiamo essere per noi più rappresentativa soprattutto dal punto di vista ideologico.
Questo è il vero scopo.
Invece non è mai stato così.
Da sempre ha regnato sovrano l’interesse personale e puramente economico a dispetto di quello collettivo e immateriale. Da sempre sono state ideate liste elettorali e coalizioni non in base a uno stesso colore o simbolo, ma in base ai dati familiari anagrafici al fine di battersi non per il bene comune, ma per mania di potere, supremazia e animati da spirito di rivalsa.
Una lotta in cui tutto è lecito, perfino la negazione della libertà di manifestare la propria volontà; perfino sorte di minacce e ricatti che giungono nei momenti più delicati, con i quali si gioca sulla sensibilità e la debolezza della gente.
Tutto può essere un compromesso, ma niente può essere convenienza.
Le mie sono parole aporetiche. Molti, giustamente, pensano solo agli aspetti pratici della vita, ma vorrei tanto che le cose cambiassero e confido nell’utopia che si cominciasse proprio da qui.
Vorrei che non assistessimo come una platea a uno spettacolo che tutti conoscono, ma che si rifiutano di guardare.
Tutti da dietro le quinte o dallo stesso palcoscenico devono agire da protagonisti e non come marionette mosse da fili di un destino già segnato.
Le cose devono non cambiare.
Cambiamole.
Cristina Santoro