Censimento 2001 quasi 1000 abitanti in meno Fuga inarrestabile Nemmeno treccento anime nel Borgo antico







Leonardo Rizzo CARIATI – 03 04 02 – I dati del censimento a Cariati sono preoccupanti ed il quadro non è certo di quelli che lasciano intravedere un futuro roseo e tranquillo, anzi, se non ci sarà una inversione di tendenza tra poco più di 50 anni a Cariati non resterà più nessuno. La notizia allarmante viene dai dati raccolti e trasmessi all’Istituto nazionale di Statistica da parte dei rilevatori e dall’Ufficio responsabile comunale. Nel 1991, Cariati aveva una popolazione di 9289 abitanti, mentre con l’ultimo censimento gli abitanti sono 8289, circa mille in meno; le famiglie, nel 1991 erano 2494 oggi sono circa 2600, le abitazioni accertate nel ’91 erano 2496, nel 2001 sono 2600, infine, le abitazioni non occupate nel ’91 erano 3256, oggi sono 4322. Bastano questi dati per capire le gravi difficoltà sta vivendo Cariati in questo delicato periodo. Intanto rispetto al 1991 circa mille abitanti hanno abbandonato il paese e sono andati altrove, il Borgo antico, addirittura, da circa duemila abitanti è sceso a poco meno di trecento anime. Un calo impressionante che deve far riflettere molto gli amministratori e la classe politica in generale. La situazione sarebbe stata sicuramente più preoccupante se non ci fosse stato il rientro di tanti vecchi emigranti che avevano lasciato Cariati negli anni ’50 e ’60 per andare a lavorare in Germania, Francia, Belgio, Argentina, Svizzera e che, oggi con la loro presenza hanno in qualche modo evitato una maggiore penalizzazione in fatto di perdita di abitanti. A lasciare Cariati sono stati e sono, soprattutto, i giovani diplomati, laureati e operai vogliosi di trovare un lavoro dignitoso senza dover elemosinare a questo o quel politico di turno la possibilità di un lavoro, magari momentaneo, senza un futuro certo. Tra i tanti giovani che ancora resistono a Cariati sono quelli dediti all’attività della pesca. La flotta marinara di Cariati è la seconda forza della fascia ionica grazie appunto alla presenza di tanti giovani che seguono le orme paterne e che grazie al porto possono svolgere l’attività in condizioni diverse degli anni passati. Per quanto riguarda le abitazioni è vero che sono aumentate ma il problema non deve ingannare nessuno, perché sono le stesse abitazioni costruite abusivamente negli anni 70/80 oggi terminate ed abitabili. Da considerare che molte di queste abitazioni sono villaggi turistici e seconde case nate nelle zone di Tramonti e S. Maria. Anche sotto questo aspetto c’è un dato negativo: la mancata crescita edilizia urbana ha creato il fermo assoluto nel settore edilizio e quindi in tutti quei settori che ruotano attorno ad esso con conseguenze economiche che sono sotto gli occhi di tutti. Bastano questi dati per fotografare lo stato di vita di Cariati che non è mai riuscita a decollare per mancanza di una politica economica programmata, pur avendo ottime possibilità ed aspirazioni naturali come: il turismo, la pesca, l’agricoltura, l’edilizia, l’artigianato. Il decollo di una economia di un paese dovrebbe essere basata sulla programmazione, sulla creazione di posti di lavoro per occupare giovani disoccupati, siano essi operai, diplomati o laureati, ma quando queste aspettative - ci hanno detto alcuni giovani che ancora resistono a Cariati - vengono mortificate nell’occupare sempre le stesse persone che hanno già uno o più lavori sol perché sono perenti ed amici degli amministratori significa che o fai il “galoppino” o lasci Cariati per un lavoro dignitoso.






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