PER I GIUDICI GIUSEPPE MANGONE DEVE RIMANERE IN CARCERE --- I LEGALI DELL’IMPUTATO PRESENTERANNO AL TRIBUNALE DELLA LIBERTà DI BOLOGNA ISTANZA DI RIESAME
CARIATI – Pasquale Loiacono - Si è svolto ieri mattina, presso il tribunale della Repubblica di Rossano, l’interrogatorio di garanzia (per rogatoria del giudice delle indagini preliminari di Bologna, di quella procura distrettuale antimafia) di Giuseppe Mangone, 39 anni, cariatese arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Rossano, in collaborazione coi militari del nucleo investigativo del Reparto operativo provinciale di Ferrara, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dai magistrati emiliani. Il reato contestato dal gip rossanese, Letizia Benigno, è quello di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il Mangone, coinvolto nell’operazione denominata “Vortice 2”, una maxi inchiesta contro le cosche dello Jonio calabrese che avevano spostato il baricentro dei propri interessi in Emilia, sarebbe il referente del clan cirotano dei Farao – Marincola, ed avrebbe gestito ingenti quantità di cocaina smerciata nel Nord Italia.
I legali dell’imputato (avvocati Giuseppe Zumpano e Francesco Nicoletti,) che si è avvalso della facoltà di non rispondere, nei prossimi giorni presenteranno al tribunale della libertà di Bologna istanza di riesame. Pertanto il Mangone rimane recluso presso le carceri di Rossano. Rammentiamo che, secondo la ricostruzione del giudice bolognese Alberto Gamberini, il Mangone avrebbero ricoperto nella cosca cirotana trapiantata nel Settentrione ruoli di primo piano, ed avrebbe, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso ed in concorso con altri soggetti, ha ceduto sostanza stupefacente per un quantitativo complessivo non potuto accertare (in una sola circostanza gliene è stata sequestrata oltre mezzo chilo) nel periodo settembre-novembre 2007.