Toni alti nella politica cariatese. Non piace ai DS l'intervento di Lenin Montesanto ed è subito polemica





Leonardo Rizzo CARIATI – L’attuale situazione politica a Cariati sta vivendo momenti difficili perché i partiti politici sono assenti o quasi. A livello locale ed amministrativo quei partiti che in campagna elettorale facevano appello ai propri elettori facendo promesse di trasparenza, democrazia, imparzialità, giustizia, una volta vinto le elezioni hanno chiuso le sezioni e chi s’è visto s’è visto. A dire il vero l’unico partito che, sulla scia della problematica nazionale, regionale e provinciale, ancora si fa sentire sono i Democratici di Sinistra, intenti a chiarire al proprio interno la situazione politica. Proprio nell’ultimo incontro organizzato dalla sezione locale dei DS, si è verificato uno spiacevole ed increscioso fatto che ha messo in evidenza una latente tensione politica accumulata nel corso degli ultimi anni. I fatti: al termine dell’intervento di Lenin Leonardo Montesanto, consulente in comunicazione pubblica e politica, che ha avuto un duro scambio di battute, non certo di cortesia, con il segretario locale dei DS dr Fausto Sero. "Per l’ennesima volta sono stato violentemente aggredito da un membro del gruppo dirigente locale dei DS; trattandosi, questa volta, del segretario cittadino di questo partito, il Dr. Fausto Sero, - dice Montesanto in una lettera inviata alla stampa - ho ritenuto necessario dover pubblicamente esprimerVi il mio profondo rammarico e, soprattutto, le mie sincere preoccupazioni". Lenin Leonardo Montesanto è anche corrispondente di una testata locale per cui spesso è entrato in contrasto con le problematiche politiche e amministrative locali ed è figlio dell’ex Sindaco di Cariati, Damiano Montesanto già segretario dei PDS locali, non certo sulla stessa linea dell’attuale segretario dei DS. Ciò che ha fatto aumentare, forse, la tensione sarà stata la frase del segretario Sero: "Abbiamo appena dato la parola ..anche a coloro i quali ci dileggiano quotidianamente sulla stampa". "L’assoluto rispetto delle diverse opinioni personali, della insindacabile libertà di stampa, della libertà di espressione, di ricevere e comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche o di partiti politici, - scrive Montesanto nella sua lettera - è un principio oramai acquisito alla civiltà giuridica europea, consacrato in tutte le costituzioni democratiche e pluralistiche contemporanee e cristallizzato, da ultimo, nell’importante articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Cedere troppo facilmente alla violenza verbale, passo immediatamente precedente alla violenza fisica, rappresenta sempre e comunque una pericolosa sconfitta del dialogo ed una sinistra regressione rispetto alle regole della pacifica convivenza civile e del laico rispetto del pluralismo di idee e di scelte personali. Lo ripeto: sempre e comunque. L’insofferenza verso la diversità di opinioni, la deprecabile volontà di controllo politico della stampa e dei giornalisti, la repressione o l’aggressione verso chi informa o esprime, in diverso modo, ma sempre nel rispetto delle dignità personali e del diritto di cronaca, pareri o visioni diverse, sono infelici caratteristiche che appartengono alla storia passata"

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