Per Filippo Ascione (AN) il direttore generale non è la persona adatta ad indagare






Cariati. Leonardo Rizzo CARIATI – 04 02 02 – Il gruppo consiliare di Alleanza Nazionale nell’ultimo Consiglio comunale di venerdì scorso ha presentato un duro documento per i fatti accaduti nel corso del consiglio del 19 dicembre del 2001 che interessava la famosa “gita-vacanza” operata in Germania da parte di una delegazione di amministratori. Per il Presidente del Consiglio il documento non poteva essere discusso perché non all’ordine del giorno, però è stato comunque accettato agli atti del Consiglio. Inutile le proteste del consigliere di AN Filippo Ascione che protesta perché ancora una volta la maggioranza vuole sfuggire un argomento scottante. I fatti: nel corso del Consiglio comunale del dicembre 2001, il consigliere di AN, Filippo Ascione chiedeva una commissione per indagare sui fatti e sulla vicenda di alcuni numeri di protocollo abrasi e non corrispondenti nei documenti presentati. L’incertezza ed il dubbio e gli atti prodotti da Filippo Ascione in quel Consiglio comunale del 19 dicembre 2001 momento avevano causato uno stato di smarrimento nell’animo dei consiglieri di maggioranza, nel Sindaco, nella Giunta Municipale, nel Presidente del Consiglio e nel Segretario Generale tanto da chiudere in modo tempestivo il caso con una delega allo stesso Segretario per gli accertamenti dovuti. “Per questo motivo, tra l’altro si legge nel documento - in data 7.01.2002 con Prot. 149 con lettera indirizzata al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale, ai Capigruppo Consiliari, il Segretario Generale, dr. Cataldo De Nardo, intende porre fine alla questione “protocollo” con gli accertamenti amministrativi esperiti dalla sua persona in ordine ai rilievi mossi dal consigliere di Alleanza Nazionale Filippo Ascione circa la assunzione e la numerazione del Protocollo Generale nonché del Protocollo particolare dell’Ufficio U.R.P per le richieste di cittadini che intendevano operare insieme al Sindaco il famoso viaggio in Germania”. Le argomentazioni addotte dal Segretario Generale non hanno per niente convinto il consigliere Ascione il quale, chiamato in causa per un problema che riteneva oramai chiuso, chiede allo stesso Segretario Generale alcune chiarificazioni di carattere amministrativo e politico. “Per prima cosa – si legge nel documento di AN - reputiamo che il Segretario Generale non sia la persona adatta ad esperire da solo indagini in quegli uffici in cui egli stesso è il primo dirigente, poiché la validità dell’indagine assume valenza veritiera allorquando essa è esperita quantomeno insieme con altri che con lo stesso ufficio non hanno nessuna attinenza, se non si vuole proprio che le stesse indagini siano esperite da persone che rappresentano la controparte per l’addebito mosso. Egli ha inteso promuovere accertamenti la cui veridicità lascia perplessi proprio per il modo con cui essi sono stati esperiti. E’ come se un indagato indagasse su stesso. Ma quello che ci rattrista di più è che egli, non avendo niente da temere, almeno per come ha sostenuto in quel Consiglio Comunale, sull’assunzione delle domande al protocollo, doveva consentire, anche per l’incarico di Direttore Generale, di favorire la richiesta di quel consigliere che intendeva sottoporre il tutto ad una commissione d’indagine ai soli fini amministrativi.La superficialità nell’operare l’indagine non è pari alla fama di severità di cui gode il Segretario Generale. Una tale superficialità, in altri tempi e sotto altre bandiere, avrebbe sicuramente provocato un tumulto amministrativo tanto da far richiedere al Sindaco da cui lo stesso Segretario dipende se non proprio la revoca del suo mandato, almeno una richiesta di dimissione, per la semplicioneria delle argomentazioni che lo stesso Segretario adduce a discolpa di questo operato”.

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