Salute: Vicina la chiusura del reparto di cardiologia dell'ospedale di Cariati I malati di cuore che si recheranno all'ospedale saranno dirottati altrove
Leonardo Rizzo CARIATI – Lo smantellamento dell’ospedale di Cariati è cominciato. Quello che si temeva sta accadendo sotto gli occhi di tutti e senza che nessuno alzi la voce: dai sanitari dell’ospedale ai politici, dai medici di base ai cittadini. Dopo la mancata apertura del reparto di Geriatria, "scippato" alla struttura di Cariati e portato a Rossano, oggi tocca al reparto di cardiologia dell’ospedale cariatese. Infatti, con una disposizione del direttore sanitario dei presidi ospedalieri dell’ASL n° 3 di Rossano, dr. Pierluigi Carino, giunta al Pronto Soccorso, si impedisce da venerdì scorso, il ricovero nell’ospedale di Cariati dei pazienti cardiopatici. Un fatto grave che penalizza non solo il reparto di cardiologia che già esisteva e funzionava a dovere, ma tutti quei cittadini dell’entroterra di Cariati, Terravecchia, Campana, Scala Coeli, Mandatoriccio, Pietrapaola e molti paesi della provincia di Crotone, che dovranno allungare il loro viaggio in chissà quale ospedale della Calabria o fuori regione per i primi soccorsi. Nell’Ospedale di Cariati da un pò di tempo sono fermi gli investimenti tecnologici, da più tempo si richiede una TAC, ma nessuno dei responsabili se ne preoccupa, esiste una carenza di personale medico tanto che alcuni reparti sono allo stremo. In occasione di un nostro servizio dell’agosto del 2001, dopo aver intervistato il Direttore Generale prof. Bruno Amantea scrivemmo: "L’ospedale di Cariati, secondo le stime fatte dai responsabili dell’ASL n° 3 di Rossano, è il primo per punto nascite e per la chirurgia laparoscopica; è primo nell’attività cardiologica, in termine di visite, ricoveri e servizi, ma, nonostante tutto, pare che proprio questo reparto sia fortemente a rischio nei progetti futuri dell’ASL n° 3 di Rossano". La cardiologia di Cariati ha finora svolto egregiamente tale assistenza, sopperendo, con il sacrificio personale degli operatori, alle gravi carenze strutturali, ben conosciute dalla dirigenza dell’ASL. Il Direttore Generale aveva più volte promesso, anche nel recente incontro con il Sindaco di Cariati, di intervenire per porre rimedio alle carenze stesse sia di personale che di attrezzature. Invece, inaspettatamente, venerdì la decisione contraria: si toglie un servizio alla popolazione e, quel che è più grave, senza predisporre niente di alternativo. Da oggi i malati cardiopatici di Cariati e della zona potranno essere accettati solo dall’UTIC di Trebisacce che è insufficiente per accogliere tutti i cardiopatici dell’ASL n° 3 e che, soprattutto si trova all’altro estremo dell’Azienda Sanitaria, notevolmente distante da Cariati. La disposizione del Direttore Sanitario Carino sembra inequivocabile: I rischi che corrono questi pazienti, durante questi trasferimenti, sono enormi: sono malati che dovrebbero essere messi subito in un letto e assistiti da personale competente e specializzato. questi malati ad alto rischio di morte dovranno essere trasportati sulla SS 106 che già da sola rappresenta un rischio percorrerla. E se non si trova posto a Trebisacce, ci si dovrà dirigere verso un’altra UTIC della provincia, della regione o anche fuori regione. Durante il viaggio è meglio che questi malati si scelgano un santo protettore e lo preghino intensamente dato che sono stati scaricati e abbandonati dall'’ASL n° 3 di Rossano. Tutto questo nel momento in cui si sta lavorando per portare a termine la nuova ala dell’ospedale al fine di ampliare, con la creazione di nuovi servizi, il presidio già esistente. La nuova struttura, che fa parte del Piano pluriennale d’investimento nel settore dell’edilizia sanitaria è stata appaltata per un importo a base d’asta di oltre tre miliardi i cui lavori sono iniziati nell’aprile del 1998, e che sarebbero stati consegnati entro la fine del 2001. Intanto segnaliamo che già si è verificato, nella giornata di ieri, un un mancato ricovero di un cardiopatico: un giovane di Campana di 34 anni arrivato al Pronto Soccorso per essere ricoverato nel reparto di cardiologia si è visto rifiutare il ricovero ed è stato dirottato a Trebisacce. IL giovane ha rifiutato di affrontare il viaggio ed è ritornato a casa. Quanti sono da oggi in poi a rischiare la vita perché non sono in condizioni di affrontare il viaggio alla ricerca di un posto letto?