Si vuole delegittimare l'ospedale di Cariati. Il reparto di radiologia è a norma ed è sicuro
Leonardo Rizzo CARIATI – All’ospedale di Cariati si respira aria tranquilla ed il personale non è per niente preoccupato. Il reparto di radiologia è a norma e non ha mai destato preoccupazione negli operatori sanitari che vi operano. Le voci, artatamente messe in giro, non hanno alcun sostegno e vengono smentite categoricamente dai responsabili dell’ASL n° 3 di Rossano, dal responsabile del reparto di radiologia dell’ospedale "Vittorio Cosentino" di Cariati e dal personale che vi opera. Il Direttore Generale prof. Bruno Amantea, ha già dato mandato ai legali dell’Azienda di querelare chi ha diffuso tali sospetti. Il responsabile del reparto di radiologia dell’ospedale di Cariati Pino Ferrari, ha un diavolo per capello: "Quello che è stato scritto sul reparto di radiologia dell’ospedale di Cariati è falso e tendenzioso. Posso affermare che ogni mese viene effettuata la disimetria ambientale del reparto compresi i corridoi, mai sono stati rilevati radiazioni, inoltre ogni sei mesi abbiamo il controllo fisico sempre con risultati negativi, infine, esiste, da sempre, altro che non c’è, la protezione ambientale delle pareti del reparto e dei locali confinanti." "Sono oltre venti anni che lavoro in radiologia e posso garantire che questo reparto non è stato mai a rischio". Così ci dichiara la signora Pina Spadafora: "La protezione dei lavoratori è garantita al cento per cento, esiste un solo problema, il carico di lavoro". Occorre precisare che nel reparto di Radiologia del "Vittorio Cosentino" di Cariati, vi lavorano tre tecnici, due ausiliari, un infermiere ed un medico, che in un anno, secondo l’ultima statistica, hanno effettuato oltre 16 mila esami. Altro che piccolo ospedale e se a questi dati aggiungiamo quelli della chirurgia, della cardiologia e ginecologia, si capisce come l’ospedale di Cariati funziona grazie soprattutto alla professionalità, alla serietà del personale medico, paramedico ed ausiliario. Circa la notizia di sei dipendenti ospedalieri colpiti da tumore abbiamo sentito il dr. Francesco Nigro Imperiale responsabile dell’Unita operativa di Oncologia di Rossano " Per quanto affermato sui sospetti casi tumorali nell’ospedale di Cariati bisognerebbe dimostrare eventuale dispersione di sostanze radioattive o mal funzionamento delle attrezzature del servizio di radiologia. Ma tutto ciò non sarebbe sufficiente perché bisognerebbe dimostrare che i soggetti in questione vi sono stati esposti per lunghi periodi di tempo. Il cancro polmonare – continua l’oncologo - è la prima causa di morte nei paesi industrializzati. In Italia ci sono circa 40 mila nuovi casi all’anno, la maggiore incidenza è nel sesso maschile, le cause principali sono da ricercare: nello stile di vita, l’abitudine al fumo che è il fattore eziologico più importante, anche al fumo passivo viene attribuito un rischio di morte per cancro del polmone pari a 1,19%. Il rischio dei fumatori rispetto ai non fumatori è da 14 a 20 volte maggiore. I fattori genetici predispongono al cancro del polmone, in effetti, vi è un aumento d’incidenza nei soggetti con precedenti familiari. Infine i fattori ambientali: vi è sempre stato un rapporto tra tipo di lavoro e tumore del polmone e sono stati chiamati in causa polvere radioattive, minerali di plutonio, amianto ecc.. Molte di queste sostanze hanno un effetto additivo e sinergico col fumo di tabacco. I casi di cui sopra non hanno mai avuto alcun contatto con il reparto di radiologia per cui l’insinuazione è da rigettare".