Il vescovo di Locri MOns. Bregantini figlio adottivo della Calabria
di Viviana Rizzo
Questa è la storia di mons. Giancarlo Maria Bregantini, vescovo della diocesi di Locri - Gerace e presidente della Commissione Episcopale per i Problemi Sociali, Lavoro, Giustizia e Pace. Una vita dedicata all’amore, alla comprensione all’aiuto e all’ascolto degli altri.
Mons.Bregantini è nato a Denno, in provincia di Trento, il 28 settembre del 1948, ha compiuto gli studi nelle scuole dei "Padri stimmatini" e dopo aver frequentato il corso di teologia a Verona, ha conseguito la licenza in Storia della Chiesa all’Università "Gregoriana" di Roma. Prima ancora di finire gli studi il suo vescovo lo mandò a Crotone, dove nel ’77 mons. Agostino lo ordinò diacono e l’anno successivo sacerdote. Della cittadina calabrese egli ha condiviso le tragedie, le gioie e la quotidianità anche a costo di beccarsi un paio di cazzotti per sedare una lite. A Crotone è stato anche cappellano del carcere e fu naturale per lui, che da studente aveva lavorato come operaio di fabbrica a Mestre, trovarsi qui nel pieno di una crisi alla "Cellulosa calabra" per condividere le sofferenze di quegli operai e spartirsi con loro pure il digiuno fatto con qualche bicchiere d’acqua e un po’ di liquirizia.
Il 7 aprile del ’94 fu ordinato vescovo della diocesi di Locri – Gerace, un pezzo di Calabria tanto ricco di storia e bellezza quanto dannato, descritto da molti come "fauci dell’inferno" che meglio non potrebbe dare l’idea dell’atavico malessere del Sud.
Mons. Bregantini, come mai un trentino può arrivare a Crotone, andare a fare il cappellano del carcere, il parroco in un quartiere estremamente difficile e trovarsi nel bel mezzo di una vertenza sindacale durissima?
"La mia avventura in Calabria è stata decisa dai miei superiori nel ’76; non avevo nemmeno finito gli studi, ma sono venuto via molto volentieri, mi affascinava il Sud. Mi trovai però smarrito all’inizio, ma felice dopo perché mi hanno accolto come un figlio. Certo, gli incarichi furono impegnativi, però una cosa si collegava all’altra e mi ero preparato prima poiché avevo avuto esperienza nel mondo del lavoro. Infatti, da studente di Teologia lavoravo in una fonderia a Porto Marghera, io, figlio di contadini. Ecco, ero preparato. L’incarico del carcere è venuto dopo, innestandosi su un’esperienza di otto, nove anni in altre realtà difficili. Ciò mi diede un certo senso di pienezza della mia presenza a Crotone….Dalla fabbrica ho imparato la solidarietà, dal carcere la misericordia."
A Locri si è trovato di fronte ad una realtà ancora più difficile. Il suo predecessore, mons. Ciliberti era costretto a girare con la scorta…
"Certo è stata un’eredità impegnativa. Mons. Ciliberti ha riattivato una presenza di chiesa nel territorio in termini profetici, è stato pastore efficace, a volte tagliente e ha pagato questa sua chiarezza con delle difficoltà reali. Ma ha "aperto" la strada. Io ho continuato in questa direzione con tanto impegno, per far sì che la Chiesa sia voce di chi non ha voce, sia speranza per chi non ha speranza."
Confrontatosi col più grande problema del meridione, la disoccupazione, mons. Brigantini ha creato lo sportello "Crea Lavoro" che si è posto come interfaccia tra gli Enti Locali e il mondo imprenditoriale, per colmare il vuoto di informazioni ed essere un supporto alle idee imprenditoriali giovanili della Locride.
Il suo impegno personale ha portato anche ad un gemellaggio tra la stessa Locride e il Triveneto; due regioni d’Italia adesso lontane solo geograficamente e legate da solidarietà e reciprocità. "Ero convinto della necessità delle cooperative. Andai in Trentino, presi accordi, mandai lassù dei giovani a far pratica e nacque un ponte insperato. In zone ad alta densità mafiosa è nata la cooperativa " Valle del Bonamico" che produce e vende frutta di bosco e formaggi. Oggi una settantina di persone vivono di queste realizzazioni e hanno maturato grande professionalità e competenza cooperativa."
Una tale testimonianza di vita e di amore verso il prossimo non può che confermare la nomina a Presidente della Commissione Pastorale del Lavoro, Problemi Sociali, Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana.
"La mancanza di lavoro è la madre di tutte le violenze nella Locride" ha dichiarato poco tempo fa il vescovo della diocesi Giancarlo Maria Bregantini e lui, figlio adottivo di questa terra, ha pensato bene di impegnarsi personalmente per aiutare soprattutto i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro. Ha ideato dunque lo sportello "Crea Lavoro", attivo a Locri presso il Centro Salesiani, che è anche occasione di gemellaggio tra la Locride stessa, la Federazione Trentina delle cooperative e la Regione trentina.
L’iniziativa è scaturita da una ricerca conoscitiva sulla cooperazione nella locride, che ha analizzato il mondo delle cooperative, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. L’obiettivo primario è l’approccio e l’interazione i giovani in cerca di prima occupazione per promuovere la cultura d’impresa, fornendo loro informazioni sugli strumenti legislativi disponibili e le complesse procedure burocratiche ad essi connesse, in particolare quelli gestiti dalla IGI – Imprenditoria giovanile S.p.A. Si pone il compito dunque di colmare il vuoto di informazioni, ed essere un supporto per le eventuali idee imprenditoriali nate dai giovani della Locride.
I progetti principali del "Crea Lavoro", gestito dalla "Comunità di Liberazione", per adesso sono tre: il primo riguarda la creazione della cooperativa "Piccoli frutti" in collaborazione con quella della "Valle del Bonamico" di Platì; il secondo vede alcuni giovani di Siderno impegnati in servizi multimediali, d’informativa; infine un gruppo di giovani di Monasterace interessati ad impiantare una produzione di elettroventole per motori elettrici. Info 0964/419300.