SAN CATALDO: RITORNO ALL'ANTICO
Il prossimo 10 maggio si celebra a Cariati, come ormai avviene da cinque secoli, la solenne festività di San Cataldo Vescovo, protettore della nostra cittadina. Questo Santo, tanto caro ai Cariatesi e tanto venerato anche dalla popolazione dei paesi vicini, negli ultimi anni non è stato festeggiato nella maniera dovuta come la tradizione vuole. La partenza di molti cariatesi in cerca di lavoro al centro nord ed all'estero, lo svuotamento del centro storico, sono i motivi principali per cui la festa, ha subito cambiamenti e non più quella tradizionale di una volta. Il culto di San Cataldo a Cariati, scrivono gli storici di Cariati Franco e Romano Liguori nel loro libro "Cariati nella storia", risale a tempi lontani, quanto meno alla seconda metà del XV secolo. E', infatti, un documento del 1494 che ci segnala la presenza di una chiesetta rurale, dedicata al Santo irlandese, proprio in quel sito dove si erge l'attuale santuario. San Cataldo - secondo quanto raccontano i suoi biografi- era nato in Irlanda, tra il 610 e il 620, da genitori benestanti. Entrato giovanissimo nel monastero di Lismore, ne divenne subito abate. Nominato successivamente vescovo di Rachau, nel 666 partecipò all'emigrazione monastica irlandese per i sentieri d'Europa, spingendosi fino a Gerusalemme. Al ritorno naufragò vicino Taranto; in questa città fu accolto, operò miracoli e morì nel 685.Seppellito nella cattedrale tarantina, se ne perse la memoria. Nel 1094, durante la ricostruzione del sacro edificio, distrutto dai Saraceni, fu ritrovato il suo corpo, come indicava chiaramente una crocetta d'oro su cui era inciso il suo nome e quello della sede episcopale. Da allora si diffuse la sua venerazione nell'Italia meridionale e insulare. Sul piano più strettamente storico, occorre rilevare che fu il vescovo Francesco Gonzaga a promuovere, o meglio, ad incrementare la devozione dei Cariatesi verso San Cataldo, facendo restaurare nel 1647, l'antica e fatiscente chiesetta rurale ubicata in riva al mare e dedicata al suo culto. Da allora la devozione verso il Santo è diventata sempre più fervida tra i Cariatesi. Oggi, grazie all'iniziativa di alcuni giovani in collaborazioni con altre persone che vivono nel centro storico, hanno raccolto le redini della "commissione" che si occupa di organizzare la festa, "con il chiaro intento - ci hanno detto - di tornare all'antico, cioè fare in modo che la festa abbia la sua collocazione naturale nel centro storico e riproporre tutte le iniziative, lo svolgimento della festa e le tradizioni che nel tempo ha reso la festa di San Cataldo tanto caro ai Cariatesi e tanto venerato anche dalla popolazione dei paesi vicini. La "commissione", nata su iniziativa di questo gruppo di giovani, Antonio Caruso, Francesco Venneri, Genesio Ciccopiedi, Giorgio Graziano e da esperti organizzatori di feste paesane come Cataldo Greco, Pasquale Pantuso, Pasquale Caruso e Natale Monti, si sono posti dei traguardi molti precisi che non si fermano solo a far ritornare la festa di San Cataldo ai vecchi splendori ma, soprattutto, grazie ad una serie di iniziative come sagre paesane, mostre e visite guidate volte a richiamare nel centro storico tanta gente. Eventuali proventi che riusciremo a mettere da parte - concludono Caruso e Venneri - serviranno al recupero artistico delle chiese come quella dell'Annunziata, e la Cappella di San Cataldo".