LA PRATICA DELL’AVV. ROBERTO PARISE GIUNGE AL CAPOLINEA. L’AMMINISTRAZIONE DOVRA’ SBORSARE 35 MILA EURO – IL LEGALE HA INIZIATO L’ISTRUTTORIA PER IL RECUPERO DEL CREDITO
REDAZIONE - Istruzioni per l’uso: la storia che raccontiamo non contiene alcun illecito. Perciò è inutile ricercare, negli accadimenti narrati, atti scorretti o ai limiti della legalità.
Semmai essa è da scrivere al mondo variegato della gestione pubblica o a comportamenti forse politicamente non corretti.
E se per politica s’intende la “missione morale” volta al perseguimento del bene comune, ecco che la vicenda può anche essere tradotta, dipende dalle posizioni di pensiero, anche in un “pasticcio”, magari involontario.
Dunque, dobbiamo fare un salto all’indietro di 11 anni, con un’avvertenza per i lettori: prestare attenzione a date e nomi.
Il 26 gennaio1999 la giunta municipale (sindaco era Damiano Montesanto) delibera, molto opportunamente, di affidarsi ad un legale di fiducia per rappresentare gli interessi del Comune presso il Commissario straordinario per gli usi civici di Catanzaro.
In discussione c’è il ricorso promosso dal cittadino T. G., che occupa terreni comunali, il quale intende “regolarizzare” la sua posizione ed, in altri termini, acquisire di quel lotto la perfetta titolarità.
L’amministrazione comunale dell’epoca (il vice sindaco è Filippo Giovanni Sero, l’attuale primo cittadino) resiste in giudizio e nomina a rappresentarla l’avvocato Roberto Parise.
La lite è, come si suole, lunga e farraginosa: migliaia di carte, documenti, sopralluoghi, testimonianze, perizie tecniche.
Ad un certo punto T. G. vende il terreno a G. T. ma il tempo, si sa, è una percezione dello spirito, e la causa si trascina sino al giudizio definitivo del 28 dicembre del 2006, con il “riconoscimento della spiegata riconvenzione di rilascio in favore del comune di Cariati”.
In soldoni, la terra deve ritornare patrimonio della collettività.
Il difensore originario (Parise), dopo quasi 8 anni di lavoro, chiede l’onorario.
Picche: “Si faccia vidimare la parcella dall’ordine forense”.
Il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Rossano, siamo all’11 settembre del 2007, ratifica, ritenendola congrua, la richiesta dell’avvocato Parise (fattura n. 3/99).
Il comune nicchia, mentre il Parise, sono parole sue, cerca una definizione bonaria: niente da fare.
Parise principia l’istruttoria per il recupero del credito (35.020,87 Euro) dinanzi al tribunale di Rossano ma la giunta civica, nella seduta del 29 settembre 2008, “accertato che esistono i presupposti per resistere in giudizio”, nomina un legale di fiducia.
Il giudice, qualche giorno fa, da ragione al Parise che ritorna alla carica, ma, ci dice, “sembra che di quattrini nelle casse comunali non vi sia neanche l’ombra”.