LE ULTIME DALL’OSPEDALE, DODICESIMO GIORNO DI OCCUPAZIONE DELLA SS 106 – IL VESCOVO MONS. SANTO MARCJANO’ RIUSCIRA’ A COMPIERE IL “MIRACOLO" A CONVINCERE SCOPELLITISUL “COSNTINO” -
CARIATI - “Diario di bordo”, dodicesimo giorno di protesta popolare contro la chiusura, ormai certificata, dell’ospedale “Vittorio Cosentino”.
La gente non vuol saperne di smobilitare, nonostante la fatica del presidio, sostenuta soprattutto dalle donne.
Questa sera il sindaco Filippo Giovanni Sero, ha informato, come di consueto, le centinaia di persone che praticamente “vivono” sulla strada, la famigerata statale 106. quella che semina morte e lutti ad ogni chilometro: “La nostra proposta di mediazione – spiega il primo cittadino – è al vaglio del presidente Scopelliti o, meglio, è in atto un confronto fra il sub commissario Navarria ed il governatore che, ci pare, sta procedendo con regolarità”.
Sero conferma l’incontro di questa mattina col vescovo Santo Marcianò, il quale “si sta impegnando su questo fronte di civiltà”.
Con Sero ci sono i sindaci di Campana (Pasquale Manfredi); Scala Coeli (Mario Salvato) e Mandatoriccio (Angelo Donnici) a significare che la battaglia è sempre più condivisa e coesa.
Filippo Giovanni Sero riflette sulle forme di lotta da adottare, anche se è convinto che la mobilitazione, o, meglio, la tensione, non debba mai essere abbassata: “Forse il presidio che sta rallentando il traffico si potrebbe anche togliere, fermo restando che ciascun cittadino sta dando il contributo che può”.
Il sindaco non dispensa ottimismo: “Nel piano di rientro sanitario, dobbiamo essere chiari, lì ospedale di Cariati scompare, anche se molti si affannano a spiegare i nuovi servizi che saranno erogati. Una frottola, perché di quelle specialità già fruiamo da anni”.
La speranza è che Scopelliti cambi idea: ipotesi peregrina.
Filippo Giovanni Sero legge un appello del vescovo Marcianò col quale il presule invita i cittadini ad un gesto di distensione e ritiene che i gazebo si possano spostare dalla strada all’interno dell’ospedale. “Ma questo non significa abbassare la guardia. Questa non è una resa ma, anzi, è necessario andare avanti, tenere alta la tensione e combattere senza tregua, sino a quando avremo l’ultimo barlume di forza e coerenza. Del nostro problema, e del sistema sanitario regionale, si occuperanno, prima o poi, i grandi media nazionali dai quali siamo stati, sino ad ora, ignorati”.
Ed ecco, in sintesi, cosa scrive Marcianò: “La Chiesa è chiamata a fare proprie le godei e le speranze, le tristezza e le angosce di tutti coloro che soffrono. Il confronto sereno e franco fra le istituzioni va avanti, ed oggi possiamo essere fiducioso che un accordo serio sia a portata di mano”.
Parole sante e di speranza. Stiamo a vedere come va.
Al momento di andare in stampa, il blocco stradale comunque permane.