LE ULTIME DALL’OSPEDALE – NON E’ SERVITO L’INCONTRO TECNICO A CONVINCERE SCOPELLITI. AL “COSENTINO” VIENE NEGATA LA MESSA IN RETE E I……POSTI LETTO – LA SPERANZA DEL FUTURO: SCOPELLITI CEDERA’?






CARIATI – Pasquale Loiacono - Fumata nera. Anche l’incontro “tecnico” occorso al dipartimento regionale della salute ha sortito, in buona sostanza, un “niet” inappellabile.
Con ordine: Il comitato “Pro ospedale” si reca a Catanzaro per il cosiddetto “tavolo tecnico”; i numeri che avanza il “Cosentino” sono recepiti interamente, nella loro integrità non confutabile, dagli esperti regionali: “Concordiamo e siamo coi vostri dati”, sembra abbiamo detto in regione, “però c’è una valutazione politica che non dipende da noi”.
Traduzione: “’L’ospedale di Cariati ha le carte in regola per rimanere nella rete regionale, ma la valutazione è tutta politica”.
Come dire che il governatore Scopelliti, commissario governativo, ha l’ultima parola.
Una parola che sembra contraria alle “aspirazioni” del nosocomio.
Spiega il cardiologo Nicola Cosentino, preposto alla relata: “Saremmo a posto in tutto e per tutto. D’altra parte siamo stati i primi in Calabria a proporre un’alternativa, la cosiddetta riconversione. Avevamo compreso, fin da tempi non sospetti, che solo un mutamento nelle funzioni del “Cosentino” avrebbe permesso alla struttura di resistere e di “vivere”..
Non siamo stati ascoltati, nonostante le nostre pianificazioni venissero “certificate” nella sede della prefettura di Cosenza già nell’agosto del 2009. Ora ci troviamo dinanzi ad un bivio che è rischiosissimo: accettare la chiusura totale di ricoveri per acuti e sperare, così come ci hanno garantito in regione, in una possibile riapertura dei rparti per acuti che potrebbe avvenire nell’arco di uno e due anni”.
Fidarsi?
L’ottimismo, assai cauto, c’è, come spiega il sindaco Filippo Giovanni Sero: “Forse sarebbe il caso di cogliere l’occasione di una vicenda che ci ha visti contrapposti, in alcune fasi, in maniera anche dura. Oggi registriamo una forma di distensione che, almeno, prelude ad una forma di distensione serena e pacata”.
Il percorso iniziato oggi a Catanzaro può rappresentare una strada, anche se in salita, da sfruttare appieno: “Dobbiamo avere la capacità di alimentare un tragitto virtuoso, pure se in assenza di precise rassicurazioni. Ma noi, e parlo a nome di tutti i sindaci dl Basso Jonio, certamente non ci culliamo nella retorica di una parte politica alla quale, per rispetto istituzionale, abbiamo il dovere di garantire tutta la nostra fiducia”.
Intanto continua l’occupazione pacifica della statale 106.
I cittadini non ne vogliono sapere di togliere il blocco che sta causando disagi nella circolazione dei mezzi pesanti: “Le nostre ragione – spiega il sindaco – provano che la forte affermazione del diritto alla salute trova la sua ragione di essere nella tutela del diritto costituzionale alla salute”.
Ma Scopelliti desisterà da un piano ormai pubblicizzato in tutto il Paese e che lo qualifica come un “governatore coraggioso”, in una terra difficile che di “coraggio” ha bisogno?
Per Sero “non esiste ragione politica che posa prevalere sul diritto elementare dei cittadini alla tutela della salute. Devo dire che oggi abbiamo trovato il mezzo per mediare. Aspettiamo il percorso “parallelo” di Scopellliti”.
Ma la battaglia è ancora in itinere, ed alla fine . dice Sero, non ci saranno “né vinti, né vincitori”.
Per la cronaca, registriamo un paradosso: nell’ospedale che sarà chiuso (il “Cosentino”) ieri, intorno alle 15, è giunta un’ambulanza da Rossano che trasportava un paziente da ricoverare nel reparto cariatese di medicina.
Nella città bizantina non c’era posto.
Chi si intende di queste cose ci dice che la situazione dei ricoveri “appropriati”, sconvolgerà l’intera sanità di tutto lo Jonio.
In sostanza, il solo ospedale di Rossano non potrà fare fronte ad una esigenza di sanità che coinvolge 270 mila cittadini.
Lo capirà Scopelliti?


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