LA SANA SATIRA DEL PONTE-ONLINE - OGNI RIFERIMENTO A FATTI O PERSONE E PURAMENTE C ASUALE - SCOGLIERA, CHAMPAGNE: INSIEME BRINDIAM




SCOGLIERA, CHAMPAGNE: INSIEME BRINDIAM

Il divino Mastro Lindo ne sa una più del diavolo.
Ricordate il dilemma di Lucio Battisti che si chiede “come può uno scoglio arginare il mare?”
Ebbene, ora Mastro Lindo ha fugato ogni dubbio: uno scoglio può arginare il mare se si costruisce secondo le norme cariatesi.
Basta un po’ di buona volontà; un paio di bottiglie di champagne; un Principe e una macchina fotografica. Poi, chi se ne frega se si finisce su yuotube?
È quello che ha fatto Mastro Lindo quando ha inaugurato l’ultimazione del primo “pennello” a difesa della costa, in zona San Paolo.
Ma non si creda che l’evento sia fine a se stesso: esso nasconde una sottile strategia economica di ampio respiro che certamente verrà “copiata” dai più grandi economisti mondiali.
“In verità – spiega Mastro Lindo – abbiamo voluto dare un segnale a Berlusconi per risollevare dalla crisi i commercianti di generi alimentari. Il ragionamento è tanto semplice quanto geniale: se i “pennelli” da costruire sono 7, noi prevediamo di consumare 14 bottiglie di champagne Dom Perignon millesimato, annata 1927, che compreremo nel supermercato “Curva pericolosa” al prezzo scontato di 540 Euro cadauno, per un importo complessivo di 7.560 Euro. In verità i benefici sono duplici: in primo luogo daremo un sospiro di sollievo al settore, e poi, noi che siamo europeisti, dimostreremo che la globalizzazione va aiutata, perché non è giusto consumare solo lo spumate d’Asti, che non fa nemmeno la metà delle bollicine francesi”.
Detto fatto, Mastro Lindo, dopo l’autorizzazione del Principe, convoca d’urgenza una seduta straordinaria della giunta civica e delibera lo stanziamento, immediatamente esecutivo, della somma occorrente.
Ma la riunione è tumultuosa: Peppe Don vorrebbe la Coca Cola; Micuzzo Tremonti l’acqua che depura e fa fare plin plin; Pippi Calzelunghe preferirebbe la dolce Euchessina; Catàvur è indeciso fra il Barbera e il Voltaren; Erremoscia ha una predilezione particolare per il chinotto.
Alla fine, convinti dalle argomentazioni di Mastro Lindo, che comunque promette di accontentare tutti con una cassetta di aranciata San Pellegrino, la delibera passa.
La scampagnata è sullo scoglio artificiale; il prezioso champagne, come del resto ogni cosa, è saldo nelle mani del Principe; saltano i tappi ed ha inizio la festa.
Il grande architetto Capitan Findus, che ormai è parte integrante della truppa, ha le lacrime agli occhi; ma non è l’emozione: lo spruzzo del Dom Perignon gli è schizzato dritto nel viso; Mastro Lindo fa il gesto di dare una ripassata ai capelli scompigliati dal vento, ma qualcuno gli fa osservare che è un atto che appartiene al passato: quando ne fa lo champagne!
Erremoscia ritrova, per incanto, la consonate perduta; Peppe Don intona l’inno del Pdl, ma appena Micuzzo Tremonti dà i numeri, smette subito; Pippi Calzelunghe, al massimo dell’euforia, promette un viaggio gratis nei Caraibi.
Alla parola “viaggi”, il Principe mette tutti a tacere. “Basta con questi viaggi. Faremo il giro del mondo in pallone e CHI NON SALTA UN COMUNISTA È… È… È...”
La goliardia raggiunge l’apice quando, verso il tramonto, Catàvur imbraccia la chitarra per fare ascoltare in anteprima la sua ultima tarantella, “La mareggiata che male mi fa”, di cui, come al solito, siamo in grado di anticipare qualche strofa:
“Addio, addio tremenda mareggiata
Sei stata dura ma ti abbiam scordata
Davvero adesso è primavera
E noi brindiam sulla scogliera.
Si commuove Mastro Lindo, il più bello:
Sulla pelata, che miracolo, gli è spuntato
un gran capello”.

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