LE ULTIME DALL’OSPEDALE: DOMANI NUOVO INCONTRO DI UNA DELEGAZIONE DEL BASO IONIO E DELL’ALTO CROTONESE CON IL RESPONSABILE DEL DIPARTIMENTO SANITA’ – NONO GIORNO DI SCIOPERO DEI CITTADINI CHE OCCUPANO LA SS 106







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CARIATI – Donne, uomini, bambini, vecchi e giovani, non demordono: la statale 106 jonica è ancora bloccata.
Giorno numero 9 sotto le tende adibite alla bisogna; la notte è lunga, quasi fredda, ma non si arrende nessuno: il problema da risolvere è troppo importante.
Pasti caldi e specialità tipiche cariatesi per i camionisti incolonnati non mancano mai: “pitte” con sardella; crustoli; crispedde; salsicce alla brace.
Ma quella che sembra una festa non è una festa. Ha, piuttosto, il sapore di un addio; un esorcismo per dissimulare il prossimo, triste, futuro.
Perché quaggiù tutti sono consapevoli del responso che verrà: l’ospedale è chiuso, desolatamente chiuso. Sul Titanic si brindava inconsapevoli dell’imminente sciagura; nel Basso Jonio, che l’iceberg assassino sia a qualche metro si sa da tempo, e la collisione è inevitabile.Intanto domani mattina, a Catanzaro, in uno dei tentativi di “riconciliazione” col bisbetico Scopelliti, una delegazione “tecnica” cariatese sarà ricevuta dal responsabile del Dipartimento alla salute, mentre il sindaco “ribelle” (leggasi Filippo Giovanni Sero), le comunità del Basso Jonio cosentino e dell’Alto crotonese rinnovano il proprio appello al Presidente Scopelliti. L’effettivo ammontare del debito sanitario calabrese (un miliardo e 100 mila Euro) è la metà di quello che si indicava, solo fino a pochi giorni fa, con dati generici e contraddittori. La definizione del debito ci fa ben sperare e confidare nella possibilità di rivedere il Piano di rientro che evidentemente, così come oggi concepito, risente di una valutazione in eccesso. Se la matematica non è un’opinione dovrebbe esserci la possibilità di prevedere e mantenere i livelli essenziali di assistenza anche nella Sibaritide e, quindi, di reinserire, attraverso una rimodulazione, nella rete ospedaliera, anche il “Vittorio Cosentino”.
Si confida che, dopo la nuova fase di confronto tecnico, si possa procedere ad un nuovo confronto politico”.
Sulla “distanza” fra le opposte convinzioni, il primo cittadino precisa: “Registriamo ancora la mistificazione di una semplice manifestazione di dissenso che si vuol far passare come “agguato”. Non accettiamo questa lettura dei fatti. Che in una manifestazione di dissenso possano volare insulti, pur stigmatizzandone gli eccessi, riteniamo che ciò rientri nell’ordinaria straordinarietà di manifestazioni di massa. La ricerca di pseudo sobillatori od organizzatori occulti, è il sintomo della mancanza di argomentazioni serie nel merito del problema. Respingiamo il tentativo di criminalizzazione delle comunità del Basso Jonio cosentino e dell’Alto Crotonese che si muovono, spontaneamente e legittimamente, a difesa dell’ospedale del loro ospedale. Dopo la risibile iniziativa parlamentare alla ricerca di un “grande vecchio” che si celerebbe dietro i fischietti, dobbiamo registrare la futilità dell’azione politica del gruppo consiliare provinciale del Pdl che avrebbe fatto bene, per l’occasione, a mantenere il silenzio e l’inerzia che lo ha contraddistinto in questi anni”.
Insomma, i giochi sono tutti da verificare, o da giocare. Sulla pelle della gente.




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