LE ULTIME DALL’OSPEDALE – CONTINUA L’OCCUPAZIONE PACIFICA DELLA SS 106 – NUOVA RIUNIONE DEI SINDACI CHE CHIEDONO IL RAPPORTO ISTITUZIONALE E LA VIA MEDIATICA PER FAR DESISTERE IL GOVERNATORE DALLA SUA DECISIONE






CARIATI – Pasquale Loiacono - Sanità nella bufera. Prosegue senza soste l’occupazione pacifica della statale 106, proprio nelle adiacenze dell’ospedale: centinaia di persone (uomini, donne, anziani, bambini, rappresentanti politici e sindacali) non vogliono saperne di smettere la forma estrema di protesta, determinata dalla nota decisione del commissario governativo Scopelliti di chiudere o, come dicono alla regione, “riconvertire”, il “Vittorio Cosentino” entro marzo del 2012.
Ed è proprio sul significato dei verbi “riconvertire” e “chiudere” che sembra accendersi la polemica, anche se, ovviamente , la questione è tutt’altro che semantica.
Per il dizionario Devoto – Oli, riconvertire esprime il concetto di “adattare a nuovi tipi di produzione”, mentre “chiudere” esprime l’azione di “sospendere o cessare definitivamente il funzionamento o l’attività”.
Ora, è ovvio che se l’ospedale “cessa” le funzioni proprie ed è trasformato in qualcosa d’altro, “riconvertire” e “chiudere” coincidono perfettamente.
La battaglia sui sinonimi, principiata dai politici locali del centro destra e da qualche libero pensatore a colpi di comunicati stampa, aveva scatenato una tempesta anche fra i manifestanti.
Nel frattempo, oggi si è riunito il Comitato pro ospedale alla presenza di tutti i sindaci del territorio, praticamente in seduta permanente.
In discussione le azioni da compiere per cercare di far desistere il governatore della Calabria.
In primo piano i canali istituzionali, che restano sempre e comunque aperti, coinvolgendo il maggior numero possibile di istituzioni e personalità della politica che conta, da Cosenza a Roma.
Poi c’è la strada mediatica: far risaltare su stampa e televisioni nazionali (finora assenti) quanto sta succedendo nella zona più abbandonata della regione, “escogitando” azioni civili e pacifiche, ma eclatanti, per ridestare l’interesse della pubblica opinione.
i primi cittadini sono più che mai convinti della protesta, giacché è solida la convinzione di aver subito “un torto storico che non ha precedenti: Scopelliti ci sta negando l’elementare diritto alla vita”.
I disagi per i camionisti, dato che le auto aggirano l’ostacolo deviando dalle strade interne, sono mitigati da un tacito “accordo”: ogni 6 ore nel blocco si apre un varco che lascia passare i mezzi pesanti.
I più tenaci fra i manifestanti sono le donne di ogni età che hanno trasformato la strada in un luogo ove socializzare, specialmente la sera, quando si accendono caroselli di musica.
C’è quasi aria di festa, come in un veglione di fine anno, ma nell’animo di ciascuno alberga infinita amarezza, delusione, mestizia, come quando si perde una persona cara.
Per finire, la gente ringrazia di cuore il garbo e la compostezza delle forze dell’ordine, costrette anch’esse a turni massacranti per garantire la sicurezza di tutti.



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