ANCORA UNA MORTIFICAZIONE PER LA CARIATESE PERDE LO SPEREGGIO CON IL CORIGLIANO E SCENDE IN PRIMA CATEGORIA - QUALE SARA' IL SUO FUTURO?
“Non è importante ciò che trovi alla fine di una corsa. L’importante è ciò che provi mentre stai correndo”. Così dice il celeberrimo Giorgio Faletti nel film “Notte prima degli esami 1”.
Se la Cariatese riesce a cogliere, nonostante la cocente delusione, il senso di questa fantastica frase può giustamente sentirsi orgogliosa e camminare a testa alta, gonfiando il petto.
La compagine locale ha perso lo spareggio con il Corigliano, valido per l’accesso ai playout del girone A del campionato di Promozione, per 1 a 0 all’ ultimo istante del secondo tempo supplementare, retrocedendo così in Prima Categoria.
Dopo una stagione drammatica, a causa dei mille problemi societari, i biancoazzurri erano comunque riusciti ad agganciare il Corigliano all’ ultima piazza, ottenendo così questa possibilità.
Possibilità che i ragazzi di mister Tucci si sono giocati alla grande: i quattordici che sono scesi in campo hanno infatti dato vita ad una gara di sostanza, dove il cuore, l’ orgoglio e la cattiveria agonistica giusta l’hanno fatta da padrone.
Tucci ha schierato inizialmente la seguente formazione: Franco L.; Patera; Cosentino; Risoleo; Russo L.; Covone; Minutolo; Di Donna; Russo D.; Tigani; Converso; sono subentrati nel corso dell’incontro anche Mussuto, Torchia e Franco G.
La Cariatese, in un incontro complessivamente equilibrato, ha però avuto le migliori occasioni: Converso, infatti, ha avuto a disposizione almeno tre palle gol limpide, non riuscendo a concretizzarne nemmeno una.
Il Corigliano ha giocato di rimessa, aspettando i cariatesi nella propria metà campo, per poi ripartire in contropiede, senza pungere più di tanto però.
I tempi regolamentari non bastano a decretare il vincitore, si giunge quindi ai supplementari, nei quali complice la comprensibile stanchezza, con diversi calciatori vittime dei crampi, non si assiste ad un grande spettacolo e la gara sembra destinata ai rigori.
All’ ultimo istante del secondo tempo supplementare però, quando l’arbitro sta per portare il fischietto alla bocca, c’è un contatto molto dubbio nell’area di rigore della Cariatese ed il direttore di gara opta per il calcio di rigore a favore dei coriglianesi, tra le proteste dei biancoazzurri.
Amara doccia fredda per la Cariatese e per i numerosissimi tifosi giunti ad Acri per sostenere la squadra e che dovranno essere comunque orgogliosi dei loro beniamini, i quali hanno onorato la maglia ed hanno messo in campo tutte le proprie forze, nonostante siano dall’inizio della stagione abbandonati a loro stessi.
Spicca tra tutti il capitano Di Donna, un vero simbolo, una bandiera di questa squadra: per lui una prestazione sontuosa, nettamente il migliore in campo e non solo della Cariatese. Ottima anche la prestazione dei giovanissimi Minutolo e Patera, entrambi classe 92. Delude le attese l’esperto reggitano Tigani, ingaggiato dalla società per l’ultimo scorcio di campionato e che si dice sia costato tantissimo.
Intervistato a fine gara Daniele Torchia, giovane punta, ovviamente molto amareggiato: “La mia è una delusione doppia. Innanzitutto per la sconfitta della squadra, ci tenevamo a giocarci i playout, per dimostrare che la classifica era bugiarda e noi non meritavamo l’ultimo posto. Poi sono molto deluso anche della mia prestazione. Aspettavo con ansia questa sfida, avrei pagato di tasca mia per partire titolare, invece quando il mister nella ripresa mi ha mandato in campo, forse per la troppa tensione, non sono riuscito a dimostrare nulla. Ci dispiace molto anche per la nostra splendida gente, la quale ci ha seguito con amore ed affetto, venendo qui ad Acri a tifare a squarciagola.
Ora però bisogna iniziare a programmare la prossima stagione”.
Proprio nella prossima stagione in molti si augurano di non trovare più le stesse facce ai vertici dirigenziali.
Occorre una proprietà salda, che dia un minimo di organizzazione alla società, che abbia rispetto per la gente cariatese, che vive di calcio.
Cariati non può più apparire come una sorta di paese del terzo mondo quando entra a contatto con altre realtà calcistiche. Cariati ha un passato calcistico glorioso ed ancora oggi detiene una fama a livello nazionale di un certo rispetto, per i sei professionisti.
Qualcuno questo non lo sa o non lo tiene in considerazione, o comunque lo ha bistrattato.
Onore ai quattordici leoni che sono scesi in campo: loro sono il vero motivo d’orgoglio in questa annata cupa ed angosciante. Grazie ragazzi.
FRANCESCO LOIACONO