OSPEDALE TREBISACCE – I SINDACI DELL’ALTO IONIO ANNUNCIANO LE DIMISSIONI IN MASSA – IL PRFETTO REPPUCCI CONVOCA BIANCHI E SERO – LA REGIONE INSISTE PER TREBISACCE UNA RICONVERSIONE INACCETTABILE





TREBISACCE - FRANCO MAURELLA - La concitata giornata di ieri, la sesta di protesta dell'Alto Jonio cosentino contro la chiusura dell'ospedale di Trebisacce, produce una clamorosa decisione maturata in tarda serata, sofferta ma unanime, da parte dei 16 sindaci del comprensorio: le loro dimissioni. Dimissioni già annunciate dal sindaco di Trebisacce, Mariano Bianchi, durante il breve consiglio comunale sull'equilibrio di bilancio. Poi, la convocazione degli altri sindaci per una serrata e riservata riunione. Alle 22 e 30, nell'aula consiliare gremita di rappresentanti delle associazioni e di cittadini che per sei giorni hanno dato vita al blocco stradale sulla E 90 e sulla vecchia statale 106 jonica, l'annuncio dei 16 sindaci che formalizzeranno le dimissioni dopo aver adempiuto all'obbligo di approvare il riequilibrio di bilancio. Cosa li ha spinti ad assumere tale decisione. Quasi certamente, la negazione del loro ruolo istituzionale da parte di Scopelliti che non ha inteso riceverli ne ha prestato attenzione ad un intero comprensorio impegnato, con una civile protesta, in difesa del proprio diritto alla salute. Nel corso dell'annuncio di dimissioni di massa, caso unico in Italia, i 16 sindaci dell'Alto Jonio cosentino hanno riferito di aver già chiesto un incontro istituzionale al presidente della regione Basilicata, De Filippo, per valutare, insieme con lui, la possibilità di indire un referendum popolare che consenta l'annessione del comprensorio alla Basilicata. Dal canto loro, le associazioni socio-culturali e di volontariato di Trebisacce e dell'Alto Jonio, già in precedenza avevano contattato, pare con successo, il presidente della Provincia di Matera, per un primo approccio su tali intenti secessionisti che sembrano sempre più condivisi. “Considerato che la Calabria non solo ci ha emarginato ma neanche ci ascolta - ha chiosato un sindaco - valuteremo seriamente la possibilità di essere ascoltati e non sentirci più emarginati annettendoci alla Basilicata”. Ed un altro primo cittadino aggiunge: “Quella della chiusura dell'ospedale di Trebisacce è la classica goccia che fa traboccare il vaso. Questo comprensorio subisce da anni una spoliazione sistematica di presidi indispensabili alla sua crescita e questo ulteriore scippo colma la misura”. Dopo l'annuncio delle dimissioni di massa, i sindaci si sono recati presso il presidio dei manifestanti sulla statale 106, annunciando la decisione di rimettere il mandato e chiedendo di non disperdere quella sinergia che ha fatto, almeno in questa occasione, dell'Alto Jonio cosentino un territorio unito, coeso e partecipe. Hanno anche riferito delle preoccupazioni del prefetto Reppucci per la durata del blocco stradale e della intenzione della Questura di rafforzare la presenza di uomini presso il presidio. Segnali che lasciano sottendere un possibile sgombero forzato del blocco stradale. Ai manifestanti la decisione di continuare o rimuovere il blocco. Lo sapremo oggi. La cronaca delle ultime ore, ruba l'attenzione per quanto altro accaduto lunedì e ieri mattina. Comunque, li sintetizziamo per dovere di cronaca.

SINDACI IN PREFETTURA-
Il prefetto Antonio Reppucci ha chiesto lumi sulla situazione attuale, ponendo
all'attenzione dei sindaci di Trebisacce e Cariati, Bianchi e Sero, la necessità di tutelare la sicurezza dei cittadini e garantire l'ordine pubblico. In particolare, Reppucci ha raccomandato la massima attenzione per tenere la situazione sotto controllo. Bianchi e Sero avevano rassicurato il Prefetto sul loro personale impegno a tutela dell'ordine pubblico,
evidenziando che non sarebbe stato facile controllare una protesta civile di così
estesa partecipazione.

SINDACO ALLA REGIONE –
Lunedì pomeriggio Bianchi ha incontrato, a Catanzaro, il direttore generale del Dipartimento salute, Scaffidi ed il sub-commissario Navarria che gli hanno ribadito l'intenzione di riconvertire il “Chidichimo” assegnando alla struttura i 30 posti di Rsa ed i 30 per la riabilitazione. Comunque, nessuna apertura sulla possibilità di dialogo per altre richieste sull'ospedale. Scaffidi e Navarria hanno
consentito a Bianchi di esporre quanto più volte ripetuto a tutela
dell'ospedale di Trebisacce ed avanzare, quanto meno, la necessità
che esso ospiti un pronto soccorso con annessa saletta operatoria,
tale da garantire l'emergenza - urgenza e consentire, come già più
volte avvenuto, di salvare qualche vita umana. Di ritorno da Catanzaro, Bianchi ha informato i colleghi sindaci che hanno emesso un comunicato stampa, lamentando la chiusura al dialogo di Scopelliti, la preoccupazione per la crescente tensione dei cittadini impegnati a migliaia sul blocco stradale per rivendicare il diritto alla salute in un territorio in cui non vengono garantiti neanche i Livelli essenziali di assistenza. La nota preannunciava la presenza dei sindaci a Catanzaro per la presentazione del Piano di riorganizzazione ospedaliera verso il quale avrebbero manifestato dissenso. La imminente convocazione dei consigli comunali al fine di avviare le
procedure per il passaggio alla Regione Basilicata, è tutt'altro che una boutade


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