OSPEDALE – DA CARIATI A TREBISACE IL…PONTE SU CUI VIAGGIA LA PROTESTA DEL POPOLO IONICO – INTERVIENE IL SEGRETARIO PROVINCIALE DELLA UIL, ANTONIO LENTO: “di convocare immediatamente un tavolo di concertazione per aprire un confronto”






CARIATI - Mentre continua senza soste la lotta delle popolazioni joniche. coi blocchi stradali di Trebisacce e Cariati, continuano a pervenire attestati di solidarietà e prese di posizioni da sindacati, partiti politici ed associazioni.
E tra le considerazioni espresse ci sono anche, legittimamente, voci fuori dal coro, e comunque utili al dibattito che culminerà questa mattina a Catanzaro, con la presentazione ufficiale del “misterioso”, ma non troppo, Piano di rientro sanitario, a cura del commissario governativo alla sanità e presidente della giunta regionale Giuseppe Scopelliti.
Per il segretario generale della Uil provinciale, Antonio Lento, “la rivolta del popolo dell’Alto e Basso Jonio potrebbe coinvolgere altri territori. E questo è il segno evidente della fondatezza della causa per cui ci si batte”.
A parere della sigla sindacale, “la situazione di grande difficoltà nel settore sanitario e l’intrapresa azione per recuperare risorse economiche e migliori servizi è un processo che va necessariamente avviato”.
Con un distinguo: “Quando questo accade in una fase di piena recessione, è necessario che le problematiche vengano affrontate con le giuste cautele, tenendo conto degli effetti negativi incidenti sulle scarse economie della famiglia”.
Antonio Lento chiede al governatore Scopelliti “di convocare immediatamente un tavolo di concertazione per aprire un confronto teso a ricercare la massima condivisione di un percorso che assicuri e chiarisca, in modo netto, gli strumenti che si vogliono adottare al fine di fornire un’adeguata assistenza sanitaria a tutta la provincia di Cosenza”.
Sono tutti temo che non hanno nulla a che vedere con “l’ipotesi di costruzione dell’ospedale unico della Sibaritide, il quale non può essere considerato la sommatoria di plessi sanitari soppressi, ma dovrà trovare, se ci sarà, la giusta dimensione di un vero ospedale all’avanguardia, in grado di fornire risposte efficaci ed immediate”.
Creare una ospedalizzazione moderna è necessario: “Fra il 2015 ed il 2025 in Italia ci saranno 25 mila medici di famiglia in meno. È urgente prepararci al meglio, perché non è sufficiente vivere in una terra baciata da madre natura senza una sanità pubblica degna di questo nome”.
La previsione: “Migliaia di cittadini rimarranno senza assistenza, in particolare coloro che vivono nelle zone interne. Ed allora, cosa ne sarà di essi, già martoriati da una serie di antichi ed irrisolti problemi? Quale sarà il loro futuro?”
L’invito: “Dobbiamo essere vigili ed attenti, o correremo il rischio che certi ridimensionamenti su materie come sanità e lavoro, incideranno profondamente sul futuro di ciascun calabrese”.


x