CLAMOROSO - ESCLUSIVA DEL PONTE-ONLINE “NELLA LISTA DEGLI OSPEDALI DA CHIUDERE CARIATI NON C’ERA LO ATTESTANO DOCUMENTI A DIMOSTRARLO COME INVECE ORA SI VUOLE FARE" LO AFFERMA L'ON AGAZIO LOIERO RISPONDENDO A SCOPELLITI
COMUNICATO STAMPA ON. AGAZIO LOIERO
25 settembre 2010
“Il presidente Scopelliti in questi giorni mi chiama in causa dicendo che sta attuando il mio Piano di rientro nel settore sanitario. La cosa può anche lusingarmi e qualche considera-zione, perciò, la voglio fare. Anche perché quello che sta accadendo, con le popolazioni in piazza e una insicurezza dilagante, preoccupa pure la minoranza che può e deve dare il proprio contributo”. Lo afferma l’on. Agazio Loiero, ex presidente della Regione e ora con-sigliere regionale del Pd. “Pur notando con piacere che il presidente Scopelliti mutua an-che il mio linguaggio parlando adesso dei piccoli ospedali come presidi di morte da chiu-dere, quando in passato faceva magari ironia, se veramente sta attuando il Piano elabora-to dalla mia giunta – dice Loiero – voglio però precisare che esso non prevedeva la chiu-sura dell’ospedale di Cariati. Anzi. In un incontro promosso dal prefetto di Cosenza nell’agosto del 2009, presenti l’ex direttore generale del Dipartimento Salute, Andrea Guerzoni, e l’ex direttore generale dell’Asp Franco Pietramala si convenne per iscritto, e ci sono documenti a dimostrarlo, che il presidio di Cariati non sarebbe stato cancellato come invece ora si vuole fare. Superato il problema della chirurgia, avrebbero funzionato la dialisi, la medicina-cardiologia, la riabilitazione, il laboratorio, la radiologia e il pronto soccorso”.
“Alla decisione su Cariati – spiega Loiero – si era arrivati dopo un intenso confronto con le istituzioni locali, al quale, in questo e in altri casi, non ci siamo mai sottratti. Chiudere al-cuni ospedali, sia chiaro, è necessario. Noi ne avevano individuato cinque, consegnando la relativa proposta al tavolo Massicci. Cariati in quella lista non c’era. Ma soprattutto ave-vamo deciso la realizzazione in aree strategiche di quattro nuovi nosocomi, dei quali oggi si parla in maniera oscura, Insomma avevamo già risolto diversi problemi”.
“Siamo convinti – aggiunge Loiero – che quello di Scopelliti è un compito grave e anche ingrato. Ma procedere come si sta procedendo a Cariati e nell’alto Jonio cosentino, evi-tando il confronto con le rappresentanze locali e liquidando le proteste popolari con un ag-grottamento della fronte, rischia di aggravare la situazione, oltre che dal punto di vista as-sistenziale anche sotto l’aspetto della spesa, perché è pacifico che così facendo si incenti-va l’emigrazione sanitaria verso la vicina Basilicata, con relativo aumento di una bolletta già di per sé stratosferica”.
“Un territorio, qualsiasi territorio – afferma Loiero – non può essere da un giorno all’altro spogliato da un punto di riferimento sanitario. Sulla base di tale considerazione avevano previsto la realizzazione di case della salute che sarebbero entrate in attività al momento della chiusura senza traumi dei cinque ospedali. Ora le case della salute appaiono e scompaiono dai discorsi ma su di esse bisogna puntare per dare una sanità moderna ai calabresi. Avevano previsto i finanziamenti, eravamo alle gare d’appalto”.
“Ho sempre detto che la gestione della Sanità – ricorda Loiero – non può essere gestita da un uomo solo e neppure dalla sola maggioranza. Lo dissi in Consiglio. Per due volte ho portato il Piano di rientro alla valutazione del Consiglio regionale e per due volte il Consi-glio lo ha approvato. Nella fase di elaborazione ho invitato a un tavolo di confronto i capi-gruppo della minoranza – Pino Gentile ne è buon testimone – convinto che la Sanità non è un problema di parte. Non risposero all’appello. Il Piano passò comunque il tavolo tecnico e soprattutto dovetti più volte confrontarmi con il Governo per superare il pregiudizio di un mio commissariamento annunciato da Sacconi e dallo stesso Berlusconi”.