La cariatese nella trasferta di Acri, cerca la vittoria per poter disputare i playout e quindi tentare, con gli spareggi, un’ ipotetica salvezza
CARIATI - Francesco Loiacono - I miracoli nel calcio esistono: con questa convinzione, o meglio certezza, la Cariatese partirà questo pomeriggio alla volta di Acri, dove si giocherà contro il Corigliano la possibilità di accedere ai playout e quindi di tentare la scalata verso un’ ipotetica salvezza che definire miracolosa è un puro eufemismo.
Lo spareggio è basato su una gara secca, per questo è stato scelto un campo neutro, appunto quello dell’ Acri Calcio, società alla quale è stata affidata l’ organizzazione dell’ evento.
Per la Cariatese appariva un miraggio anche arrivare sin qui: i jonici sono infatti reduci da una stagione molto travagliata, nella quale ne sono successe di tutti i colori: un valzer di allenatori in panchina, gli stipendi diventati privilegio di pochi e sempre a cifre modiche, un via vai di atleti che hanno firmato, poi rescisso il loro contratto e magari a volte sono anche ritornati. Logica conseguenza sono stati gli scarsi risultati ottenuti sul campo, perciò la retrocessione sembrava inevitabile. I biancoazzurri hanno però avuto un sussulto orgoglioso nel finale di stagione e sono riusciti ad agganciare il Corigliano all’ ultima posizione, a quota 17, ottenendo la possibilità di giocarsi questa chance per la permanenza in Promozione. Francamente appare alquanto estrosa l’idea di ritrovare la Cariatese nel medesimo campionato l’ anno venturo: ammesso e non concesso che gli uomini di mister Tucci vincano questo spareggio, si troverebbero poi di fronte la Promosport, una squadra di caratura tecnica non eccelsa ma comunque superiore e con un organizzazione societaria nettamente migliore rispetto ai cariatesi.
La squadra per la prima volta in questa stagione è partita per il ritiro, perché esso costa troppo (non per gli altri però) e questo la dice lunga sulla voglia di impresa cullata da dirigenti e calciatori. Certamente ci si poteva pensare prima a comportarsi da società normale, a non correre il rischio di esporre i ragazzi che vanno in campo a pessime figure.
A questi calciatori va però attribuito un caloroso applauso: in condizioni menomate per fare calcio non si sono mai persi d’animo e sono riusciti a raggiungere una possibilità importante.
Tutto questo assume ancora più valore se si tiene conto del fatto che la maggior parte di essi non ha ancora compiuto la maggiore età.
Se si verificherà il miracolo prospettato, gli artefici saranno soltanto loro, che comunque vada hanno già vinto. Qualcun altro, invece, ha perso già in partenza.