RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UNA LETTERA DI UNA CITTADINA DI CARIATI, CRISTINA SANTORO, DIRETTA LA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
A Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica.
A Sua Eccellenza il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Al Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti
Illustri Signori,
sono una giovane calabrese, studentessa all’università di Bologna. Non poche ragioni mi hanno spinto ad abbandonare la mia regione. Cercherò di arrivare subito al dunque.
Pochi giorni fa il Ministro Brunetta ha detto che senza la Calabria l’Italia sarebbe migliore. Non riporto questa citazione in tono polemico; il mio scopo non è offendere le istituzioni, ma è quello di portare alla luce uno dei problemi della Calabria e in particolar modo del mio paese: Cariati.
Ciò che voglio dire è che il Ministro ha pienamente ragione: la Calabria rallenta lo sviluppo italiano, non è in grado di produrre ricchezza, infetta il territorio nazionale con il cancro della ‘ndrangheta… ma invece di evidenziare questi problemi, ingrigendo il sole che splende sul suo bel mare, bisognerebbe piuttosto cercare e attuare delle soluzioni.
Purtroppo la tendenza attuale sembra essere opposta: gettare la Calabria nel più sperduto dei dimenticatoi opprimendo la vita, i sogni e diritti di chi vi nasce, ma se ne va perché non può più viverci.
Si, di diritti parlo, e addirittura di diritti fondamentali quale quello alla salute, sancito dalla nostra stessa costituzione.
Recentemente si è deciso di chiudere l’ospedale di Cariati, con grave pregiudizio dell’intera popolazione circostante. Cariati, infatti, non è l’unico paese ad essere interessato negativamente da questa decisione.
Le cittadine limitrofe trovavano nell’ospedale di Cariati un appoggiAggiungi un appuntamento per oggio utile, comodo, fondamentale.
Senza tutto ciò cosa succederà? Facile prevederlo.
La salute ne risentirà (in caso di emergenza l’ospedale più vicino si trova a quaranta minuti da Cariati e anche più distante da altrove… troppo lontano qualora sorgessero delle complicazioni, con probabili e numerosi casi di “mala sanità”); l’economia ne risentirebbe (molte sono infatti le attività
commerciali che contano sull’esistenza dell’ospedale per andare avanti); il turismo ne risentirebbe (chi verrebbe mai in vacanza in un posto dove non è assicurato il pronto soccorso neanche 24 ore su 24??); ecc. ecc..
Potrei andare ancora avanti con la lista di cose che verrebbero a mancare, ma
vorrei citarne soltanto un’altra.
Verrebbe a mancare la voglia di ritornare.
Scrivo personalmente ora, anche se, sono sicura, molti giovani, molti dei miei coetanei la pensano come me.
Il mio desiderio più grande è ritornare.
Vivere nel posto in cui sono nata e cresciuta senza la paura che i miei ricordi più belli muoiano insieme ad un paese fantasma, con la sicurezza di poter trovare un posto di lavoro lì; con la libertà di ammalarmi ed essere curata lì; con la possibilità di vivere un esistenza dignitosa lì.
Le autorità locali si sono già mosse ardentemente cercando di trovare una soluzione insieme alle istituzioni competenti, ma hanno fallito e di certo non ho la presunzione di riuscirci io con una lettera, ma, come si suol dire, la speranza è l’ultima a morire.
Fate qualcosa per l’ospedale di Cariati.
Fate qualcosa per la Calabria.
Non lasciate che a pagare siano i sogni…
Con rispetto e stima.
Cristina Santoro.