ULTIMISSIME DALL'OSPEDALE - L’ULTIMO VIAGGIO DELLA SPERANZA NON E’ SERVITO – IL SINDACO SERO CONFERMA LA CHIUSURA DEL “COSENTINO E TERMINA LO SCIOPERO DELLA FAME - ALTA TENSIONE DURANTE L’INCONTRO–” – IL SINDACO DONNICI, DI MANDATORICCIO: “SIAMO STATI AGGREDITI DA UN MEMBRO DLL’ESECUTIVO SCOPELLITI. COME A DIRE: CORNUTI E MAZZIATI”
CARIATI – Pasquale Loiacono - E dunque, come era ampiamente previsto, alla luce delle recenti decisioni senza ritorno, il presidente della regione, Giuseppe Scopelliti, certifica la morte, occorsa per ospedalicidio, del “Vittorio Cosentino”.
La delegazione dei sindaci del Basso Jonio, ricevuta ieri pomeriggio dal governatore, sapeva di recarsi a Catanzaro per passare sotto le forche caudine dei “tagli” alla sanità pubblica, invero ampiamente annunciati ed imposti dal governo Berlusconi ed eseguiti dal proconsole Scopelliti, ma che il vertice finisse in una vera e propria rissa da saloon non lo immaginava nessuno.
Secondo quanto riferiscono i sindaci alla popolazione, radunata questa sera nel piazzale del presidio ospedaliero, il governatore, che già all’esordio aveva “irriso” le richieste del territorio e confermato la sua linea “dura”, ad un certo punto abbandona la seduta per impegni istituzionali.
I sindaci mugugnano, ed il brontolio tramuta in protesta, tanto da scatenare le ire di un componente l’equipe del presidente che, perse le staffe, tenta di scagliare una sedia sul tavolo ove sono assisi i rappresentanti istituzionali del territorio.
Ed è la bagarre, con il sindaco di Cariati, Filippo Giovanni Sero, emblema di una “rivolta” civile e non violenta, che spiega ai microfoni di una televisione locale: “Il Piano di rientro sanitario segue logiche diverse da quelle che devono garantire la sanità a tutti i cittadini. La Sibaritide ha perso ogni rappresentanza politica in regione, giacché l’unico eletto del territorio tutele solo ed esclusivamente gli interessi della sua città, cioè Rossano.(Il riferimento è al consigliere regionale Giuseppe Caputo, del Pdl, ndc)”.
Furibondo è il sindaco di Mandatoriccio, Angelo Donnici: “È incredibile. Siamo stati aggrediti da un membro dell’esecutivo Scopelliti. Come dire: cornuti e mazziati. A questo punto invito la nostra gente a scendere in piazza”.
Ora, il compito di spiegare al lettore cosa sia successo a Palazzo Alemanni (sede della giunta regionale) si fa sempre più arduo.
L’impressione e che siamo ormai approdati a degli esercizi di alta prestidigitazione, talmente sottili e spregiudicati che per seguirne e ricostruirne le fila ci vogliono degli specialisti di lunghissimo corso.
Alcune cose però sono chiare: gli ospedali di Cariati e Trebisacce sono, di fatto, chiusi, e la provincia di Cosenza, che per territorio e popolazione residente costituisce il 42% della regione, è la più penalizzata, con 600 posti letto in meno e ben 10 presidi ospedalieri “scomparsi”.
Pesa quella che il deputato del Partito democratico Franco Laratta chiama la “regginità”, o, meglio, il disegno di regginizzare la Calabria sulla base di cifre e dati intesi e compresi alla bisogna, in questo caso le origini anagrafiche ed i bisogni, espressi in numero di voti, di Giuseppe Scopelliti.
Il sindaco di Cariati, Filippo Giovanni Sero, che si è recato alla “decisione finale” dopo 10 giorni di sciopero della fame (ignorato dai media nazionali, anche quelli non schierati col Cavaliere) era consapevole dell’amaro risultato che ricalca quello deliberato 24 ore prima per l’ospedale di Trebisacce, ma ha sempre nutrito la speranza, a causa di un consapevole e ponderato senso di fiducia nelle istituzioni, diun ravvedimento postumo.
Che non c’è stato, perché il piano sanitario di riordino va nella direzione indicata dal ministro Tremonti: tagli, tagli, ed ancora tagli, fino a far quadrare i conti.
Come se la salute dei cittadini fosse merce di scambio e non un diritto sancito dalla Costituzione, la quale non prevede “risparmi” sulla pelle della gente.
E comunque, volendo porre la questione sullo squallido metodo del calcolo economico, i sindaci sono convinti che la migrazione sanitaria, “i viaggi della speranza”, che assorbono gran parte della spesa complessiva, aumenterà a dismisura.
In soldoni, tra Crotone e Policoro (Basilicata), 174 chilometri, sarà attivo solo l’ospedale di Rossano che non può sostenere la domanda di oltre 270 mila abitanti.
A Cariati rimarrà solo un Ppi (Punto di primo intervento) che significa una postazione del servizio di emergenza 118, e cioè una serie di ambulanze che trasferiranno chi ha bisogno nei vari ospedali della provincia (sono rimasti solo in 3: Rossano, Castrovillari e Cetraro) o della regione.
Ma chi pensa ai paesini dell’entroterra? Chi pensa che per un infartuato il tempo è elemento prezioso?.....................................