LE ULTIME SULL’OSPEDALE – FUMATA NERA PER TREBISACCE DOPO L’INCONTRO CON SCOPELLITI – SI AFFIEVOLISCONO SEMPRE DI PIU’ LE SPERANZE PER SALVARE IL “COSENTINO” – SUCCESSO DI PARTECIPAZIONE PER LA FIACCOLATA ORGANIZZATA DA DON MOSE IN DIFESA DELL’OSPEDALE








REDAZIONALE - Quelle di oggi sono state le ore più intese di questi giorni di passione in difesa del “!Vittorio Cosentino”.
Già di buon mattino il sindaco Filippo Giovanni Sero, al nono giorno di sciopero della fame, si è recato a Catanzaro per un incontro tecnico col dirigente regionale del dipartimento della sanità, Gianluigi Scaffidi.
I dati, i numeri sui quali il presidente Giuseppe Scopelliti ha “costruito” il suo progetto di sanità, sarebbero errati, così come è errata la convinzione delle distanze e delle condizioni di viabilità di questo territorio: per raggiungere una qualsiasi località dell’interno collinare e montano servono decine e decine di minuti, senza contare lo stato disastroso delle strade.
Nel pomeriggio, presso il Centro sociale, tutti i sindaci dello Jonio cosentino e dell’alto crotonese, si sono riuniti per fare il punto della situazione, a seguito dell’infruttuoso incontro occorso in mattinata tra i primi cittadini dell’Alto Jonio ed il governatore a Catanzaro.
I sindaci hanno lamentato un difetto di confronto e dialogo con la giunta regionale: “Qui si vuole mandare la gente a morire nelle ambulanze. Siamo tornati indietro di almeno mezzo secolo se a rischio c’è la salute dei cittadini di un territorio, che Scopelliti non conosce affatto, con 270 mila abitanti che, di fatto, rimarranno senza alcuna assistenza sanitaria”.
In particolare, il sindaco di Francavilla, Munno, che il Piano che sta per essere licenziato non funzionerà proprio dal punto di vista economico, obiettivo che, invece, sembra una “fissa” del presidente: “Nemmeno Marchionne avrebbe saputo fare meglio. Se il problema sono i quattrini, vuol dire che siamo pronti, come Comuni, ad autotassarci”.
Perduta la speranza per l’ospedale di Trebisacce, domani mattina la mannaia del capo si abbatterà sul “Cosentino”: ne sono certi tutti.
Ed allora non resta che fare quadrato, sicché si costituisce un comitato permanete pronto ad ogni forma di lotta, anche la più eclatante.
Ma veniamo al Piano il quale prevede 160 ricoveri ogni mille abitanti, per una media di 3,2 posti letto.
In provincia gli ospedali degni di questo nome saranno 3 (Rossano, Castrovillari e Cetraro; 2 strutture (Corigliano e Paola) diverranno Pronto soccorso semplice, cioè senza ricoveri, e le rimanenti 7 (fra cui Trebisacce e Cariati) saranno Ppi (acronimo di punto di primo intervento), in pratica, appannaggio del servizio 118, dal quale dipenderanno anche i medici che si “salveranno”.
Insomma, il nulla assoluto.
In serata una fiaccolata incredibile organizzata da Don Mosè Cariati della Parrocchia Cristo Re, in collaborazione con il cappellano ospedaliero, Don Angello Bennardis, e tutti i sacerdoti cariatesi; una gran mare di gente, come mai si era vista, in silenzio, ha percorso la statale 106 fino all’ospedale.
Nessun coro, nessun striscione, solo canti di preghiera ed una croce, simbolo dell’uomo, spiega Don Mosè, che risorge a nuova vita: “Il diritto alla salute e i diritti dell’ammalato non sono solo sanciti dalla Costituzione Italiana, ma soprattutto sono garantiti chiaramente nel Vangelo, nel passo del Buon Samaritano, dove egli provvede ad aiutare il malcapitato, prima con il soccorso, poi con il pagamento dell’assistenza. Chi ci governa, invece, è molto simile a quel fariseo che guarda la necessità del disperato e passa oltre: oggi si chiama “mancato soccorso” e chi lo commette fa un reato”.
L’appello di Don Mosè: “Cari concittadini, parrocchiani e amici, non molliamo. Non bisogna mollare per nessuna ragione.”


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