Chiusura Ospedale: i sindaci dello Ionio Cosentino fanno quadrato. Sero: "Concerteremo azioni clamorose".
REDAZIONE – I giorni dell’ira calabrese, almeno per quanto riguarda tutta costa jonica cosentina, prendono corpo.
Non si tratta di difendere solo l’ospedale “Cosentino” di Cariati, ma tutto un territorio (da Rocca Imperiale a Cariati) che non ci sta.
Non ci stanno al Piano sanitario regionale disegnato dal governatore Scopelliti, né la Provincia di Cosenza, il cui presidente Mario Oliverio fa sapere ala propria contrarietà, né gli amministratori del territorio.
Il sindaco di Terravecchia, Mauro Santoro, così spiega: “Dalle affermazioni fatte dal presidente Scopelliti, sembra emergere che l’ospedale di Cariati dovrà essere chiuso secondo i programmi precedenti (il riferimento è alla giunta Loiero, ndc). Ma, secondo me, non era mai stato scritto di ospedali riuniti Rossano – Corigliano, secondo cui, sempre a parere di Scopelliti, chiuderebbero di fatto i nosocomi di periferia. Insomma, le funzioni ospedaliere, sempre secondo il governatore, sarebbero “compensate” con altri ed improbabili incentivi. Mentre il decorso governatore Loiero parlava di ospedali da riconvertire, Scopelliti ha detto che di riconversione non se ne parla. Se si parla di chiusura c’è qualcosa che non quadra, perché noi vogliamo sapere dove e come andare dove”.
Un baratto inaccettabile che causerebbe un danno enorme e che così sintetizza il cittadino Vincenzo Montesanto: “Il nostro maggior controllo e peso è il diritto di voto. E pur ringraziando le istituzioni locali per quanto stanno facendo, ritengo che per attirare i riflettori dei media nazionali, e convincere che un territorio ha orecchie ed occhi per intendere, sia un’azione di vera forza”.
Nel frattempo, a dare man forte al sindaco cariatese Filippo Giovanni Sero, al quinto giorno di sciopero della fame, scende in campo il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, Mario Sero (omonimo e congiunto del primo cittadino), che affianca il sindaco nella sua protesta: “Sono e sarò sempre assieme al mio sindaco, nella speranza che codesta clamorosa protesta possa risvegliare le coscienze degli amministratori regionali. Non demorderemo, perché abbiamo bandito ogni steccato ideologico in nome di una causa che è comune e che riguarda il diritto alla salute, sancito costituzionalmente dalla nostra Carta, scritta col sangue degli italiani”.
Il sindaco, visibilmente debilitato, racconta del suo incontro occorso in quel di Francavilla coi colleghi dell’Alto Jonio cosentino, anch’essi “incazzati” circa le manovre dell’esecutivo di Scopelliti: “Nel consiglio di quei comuni sono stato invitato proprio per i problemi degli ospedali di Cariati e Trebisacce. Abbiamo concertato la costituzione di un comitato congiunto che, di fatto, estende il fronte della protesta da Rocca Imperiale a Cariati, fino a giungere alle comunità dell’Alto Jonio crotonese. Un territorio vastissimo che investe anche i comuni dell’entroterra i quali non accettano il taglio indiscriminato della sanità regionale in nome di una sacrosanta riduzione della spesa. Probabilmente si sono fatti conti sbagliati, sulla base di dati errati. Comunque, concerteremo, tutti i comuni dello Jonio, azioni clamorose, se solo si pensa che, a questo punto, in un raggio di 100 chilometri, avremo a disposizione solo gli ospedali di Rossano e di Policoro, che è in Basilicata. E questo disegno è irrealizzabile”.
In soldoni, si sta calpestando l’elementare diritto alla salute: “Dobbiamo opporci, sostiene Sero, “in maniera decisa”.
Ed incassa anche la solidarietà di Orlandino Greco, presidente del consiglio provinciale e vice segretario nazionale dell’Mpa: “Sono vicino alla protesta del sindaco Sero ed assicuro tutto l’impegno mio e del movimento alla risoluzione di un problema che, al di la della genesi, getterebbe un territorio importante della nostra provincia, e di tutta la Calabria, nella più assordante assenza di servizi pubblici, compreso il diritto elementare alla salute”.