CONTINUA LO SCIOPERO DELLA FAME DEL SINDACO DI CARIATI ALL’INTERNO DEL “COSENTINO” – DOVE SONO I SUOI GIOIELLI DELLA GIUNTA ? SOLO QUALCHE CURIOSO LO HA SOSTENUTO – PRESENTE L’OPPOSIZIONE
CARIATI – “L’ospedale di Cariati non si tocca.
Noi lo diciamo da anni, inascoltati, ma il “basta è cominciato qesta sera alle 18, con lo sciopero della fame del sindaco Filippo Giovanni Sero il quale intende così protestare contro un piano che non tiene in alcun conto il “Cosentino”. L’assessore regionale all’agricoltura, Michele Trematerra, è in evidente difficoltà quando glissa sulla specifica domanda che da più parti gli proviene dalla platea: “Ma quello di Cariati, alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente Scopelliti alla stampa, rientra o non rientra tra i 18 ospedali da chiudere o riconvertire?”
Silenzio assordante o, meglio, melina politichese; una perifrasi retorica per dire e per non dire; metafore abusate al fine di confondere o nascondere la più ovvia delle verità: Cariati deve chiudere.
Il segretario del Partito democratico locale, Fausto Sero, è diretto: “Con tutto il rispetto, e rammentando che l’assessore Trematerra si è fatto portavoce, quando era all’opposizione regionale, di questo territorio, rimarco con forza che egli è venuto qui, questa sera, a parlaci del sesso degli angeli: ci vuole rispondere ad un semplice quesito? Chiuderà o non chiuderà l’ospedale di Cariati? Egli, invece, spiccando voli pindarici, si nasconde dietro precise responsabilità, dicendo e non dicendo, facendosi scudo di certi “misteri” come fossero i segreti di Fatima”.
Il buon Filippo Giovanni Sero evidentemente non ce la fa più e principia l’eclatante sciopero della fame (non sappiamo se anche quello della sete).
L’effetto mediatico è immediato: la Rai, le televisioni locali, i siti internet d’informazione ed i giornali si gettano sulla notizia che, a suo modo, è eclatante,
Noi, come ci compete, e ci pace, c’eravamo.
Abbiamo visto un sindaco sinceramente dispiaciuto, ed i caporioni della giunta e degli accoliti (anche quelli che non c’entrano nulla ma che in realtà “brigano”) fare facce meste e addolorate.
Diciamocelo amici navigatori: quando si perde qualcosa che si sapeva essere venduto per quattro denari, la tristezza è infinita.
In realtà, chi perde in questa assurda partita a poker, è la collettività.
Cosa sarà di Cariati senza più l’ospedale?
Provate ad immaginare l’indotto che girava attorno alla nostra vera ed unica “industria”………………
Vedrete (siamo i soliti profeti di sventura) che fra qualche mese, o anno, ci toglieranno anche gli altri unici “gioiellini” che fanno vivere la città: le scuole superiori.
Ci hanno provato poco tempo addietro con il Liceo Scientifico.
Non ce l’hanno fatta grazie alla caparbietà del dirigente dell’epoca, un cariatese doc.
Ci stanno riprovando con l’Ipsia ed il suo Istituto alberghiero.
Vedrete che prima o poi (più prima che poi) ci riusciranno.
Sapete perché?
Perché quaggiù non esiste alcun politico con una prepotente sacca scrotale deputata alla prosecuzione della specie (le palle…scusateci).
Ed allora?
Allora addio alle conquiste dei padri: meglio prenderlo tutti quel treno che, pur sporco, corre verso il Nord.
Biglietto di sola andata, naturalmente.