OSPEDALE: MENTRE IL SINDACO CONTINUA A RIUNIRE ASSEMBLEE SCOPELLITI HA DECISO LA SORTE DEL “COSENTINO”: CHIUSURA – LA CONFERMA DALLE NON RISPOSTE DELL’ASSESSORE REGIONALE TREMATERRA – SI RIUNISCE IL COMITATO PRO-OSPEDALE
CARIATI – Pasquale Loiacono – E l’incontro pubblico, tenutosi ieri sera, sulle sorti dell’ospedale “Cosentino” partorisce il classico topolino.
Non ci sono gli annunciati rappresentanti istituzionali, tranne i “coraggiosi” Gianluca Gallo, sindaco di Cassano e consigliere regionale, e l’assessore calabrese all’agricoltura Michele Trematerra, che quaggiù ha raccolto, tanto per stare in tema bucolico, una gran messe di voti.
Il tema è scottante, e si capisce fin dalle prime parole del sindaco cariatese, Filippo Giovanni Sero, il quale non lesina critiche al governatore Giuseppe Scopelliti: “Le periferie non possono subire più di quanto abbiano già subito. Non ci stiamo più”.
Sero non risparmia critiche a Scopelliti, il quale,“nell’affermare che “non si può avere un ospedale sotto casa”, dimostra di non conoscere affatto questo territorio e di non conoscere il “Vittorio Cosentino” che d’inverno eroga servizi per una popolazione di 70 mila abitanti che arriva poi a triplicare nei mesi estivi. Chi mette mano alla riorganizzazione della sanità si deve assumere delle responsabilità e non può fingere di disconoscere questi dati”.
In merito all’idea lanciata dal consigliere regionale Giuseppe Caputo sugli ospedali riuniti di Rossano - Corigliano, Sero non usa mezzi termini: “È davvero ora di smetterla con questi municipalismi. Non possiamo immaginare che essi siano frutto solo delle decisioni autoritarie del commissario straordinario Scopelliti. Lui è commissario straordinario, ma qui ci sono i sindaci di un territorio molto vasto che rappresentano la massima autorità sanitaria nei loro comuni. Non è possibile che essi non vengano interpellati in questa delicata fase”.
Ci sono i sindaci di Mandatoriccio, Scala Coeli, Pietrapaola, Crosia, Caloveto, Terravecchia, Campana, Cropalati, Bocchigliero, Crucoli, Umbriatico, tutti uniti a gridare, istituzionalmente, che l’ospedale di Cariati “non si tocca”.
“Non si tocca” perché è stato l’unico ed il primo presidio a chiedere, in tempi non sospetti (2003). una riconversione in senso riabilitativo: “Siamo stati gli unici in Calabria a renderci conto che dovevamo immetterci nel canale virtuoso del cambiamento. Ma non siamo stati ascoltati né dalla sinistra né dalla destra. Siamo il territorio di nessuno e di tutti, quei tutti che quaggiù raccolgono senza aver seminato. È ora di dire basta”.
L’assessore regionale all’agricoltura, Michele Trematerra, è in evidente difficoltà quando glissa sulla specifica domanda che da più parti gli proviene dalla platea: “Ma quello di Cariati, alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente Scopelliti alla stampa, rientra o non rientra tra i 18 ospedali da chiudere o riconvertire?”
Silenzio assordante o, meglio, melina politichese; una perifrasi retorica per dire e per non dire; metafore abusate al fine di confondere o nascondere la più ovvia delle verità: il “Cosentino” è destinato a dismettere anche i pochi servizi che oggi eroga.
In soldoni, ci dicono le ultime unità superstiti dell’ospedale nostrano, se vostro figlio, birbante, ha un buco nella testa che richiede un paio di punti di sutura, dovete recarvi a Rossano, 35 chilometri di “strada maledetta” per almeno mezz’ora di guida”.
D’accordo, ma i paesini dell’entroterra?
Quelli è meglio che vivano di vita propria, perché lassù quei sudditi potranno pure schiattare, svuotati come sono da un’emigrazione continua: arrivare a Rossano o Corigliano, individuati come Ospedali Riuniti da qualche professionista della politica “che conta”.
Il segretario del Partito democratico locale, Fausto Sero, è diretto: “Con tutto il rispetto, e rammentando che l’assessore Trematerra si è fatto portavoce, quando era all’opposizione regionale, di questo territorio, rimarco con forza che egli è venuto qui, questa sera, a parlaci del sesso degli angeli: ci vuole rispondere ad un semplice quesito? Chiuderà o non chiuderà l’ospedale di Cariati? Egli, invece, spiccando voli pindarici, si nasconde dietro precise responsabilità, dicendo e non dicendo, facendosi scudo di certi “misteri” come fossero i segreti di Fatima. Trematerra ricorda l’incontro occorso in Cariati, sul medesimo tema, del 24 gennaio 2008. Allora egli reclamò, giustamente, chiarezza all’ex direttore dell’Asp di Cosenza, Franco Petramala: la medesima chiarezza noi chiediamo a lui. Ci dica come stanno le cose”.
Al microfono si alternano voci “diverse” ma con un unico scopo: giù le mani dall’ospedale di Cariati.
O almeno di quel che resta del glorioso “Vittorio Cosentino”.
Subito dopo la riunione è stato convocato il comitato pro-ospedale. Nel corso della serata di oggi vi daremo il resoconto e gli eventuali sviluppi e se, ve ne saranno, particolari iniziative.