FALLITA LA STRATEGIA DI DIFESA DELL’AMMINISTRAZIONE IL “COSENTINO” VIVE IL SUO DRAMMA TRA L’INDIFFERENZA DI TUTTI NESSUNO ESCLUSO







CARIATI – P. L. - Sulla questione antica dell’ospedale “Vittorio Cosentino”, praticamente già chiuso, tacciono tutti.
Non hanno parole il Partito democratico; non profferiscono verbo i gruppi politici di destra, di sinistra e del centro:
Gli uni condannati al “mea culpa”; taluni prigionieri di astrazioni metafisiche; altri ancora costretti a “intrallazzi” di corte.
Il risultato? L’Ospedale di Cariati chiuderà e, come dice il sindaco Filippo Giovanni Sero (riferendosi ad altri fatti) “senza se e senza ma”.
Abbiamo, stranamente, scarse notizie sulla riunione dell’altra sera del “Comitato pro Ospedale” convocato dal primo cittadino sula scorta delle affermazioni del governatore calabrese Scopelliti rese all’incontro istituzionale di Bocchigliero; ma sembra che le risposte del Presidente non siano state gradite dal primo cittadino cariatese che avrebbe promesso “azioni eclatanti” in favore del presidio ospedaliero cariatese.
Fatto sta, starebbe, che in quell’incontro, il buon Filippo Giovanni Sero (che dice essere di “sinistra”) stando a quanto riferiscono i pochi presenti, avrebbe fatto marcia indietro, “disobbedendo”, in buona sostanza, al mite Scopelliti, salvo poi ricredersi e, giustamente, rimettersi a certe volontà istituzionali, non ultima quella, giustissima, di solidarizzare con lui dopo il presunto attentato subito in quel do Catanzaro.
In fondo, che diamine: siamo o non siamo di sinistra?”
Ma certe “aperture istituzionali” non sembrano essere state gradite ai membri del “Comitato civico Pro – Ospedale” i quali, ma solo per sentito dire, sarebbero contrari ad ogni forma di trattativa con la Regione che non tenga conto dei “numeri” effettivi della struttura sanitaria cariatese.
È una certezza da prendere con le molle, visto che si sa con chi stare ad interloquire. Significa, in buona sostanza, che l’ospedale di Cariati (ci si perdoni la crudezza) smetterà tutte le poche funzioni in atto sino a diventare (a questo punto lo speriamo) un buon presidio di pronto soccorso, anche se nell’area dell’urgenza mancano gli anestesisti e tutte le strumentazioni indispensabili ad un “Primo Soccorso”.
Senza illuderci, insomma, lo storico “Cosentino” è destinato a morte certa: urge il “De profundis” e l’atto di dolore di chi a sbagliato.
Ma quanti avranno il coraggio di battersi il petto?


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