CARIATI, NO ALLA DISCARICA DI SCALA COELI LO HA DECISO IL CONSIGLIO COMUNALE APERTO DEL TERRITORIO
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CARIATI – Pasquale Loiacono -Il consiglio comunale straordinario, aperto alle municipalità del territorio sull’unico tema della discarica privata che la società Bieco dovrebbe realizzare nel comune di Scala Coeli, ribadisce il netto “no” ad ogni ipotesi contraria alla “vocazione” del comprensorio, che è quella, effimera, dell’agricoltura di qualità e del turismo, con tutti gli annessi ed i connessi: allo stato una visione onirica realizzata da pochi, gli inquinatori un tanto al chilo che oggi si ergono a tutela dell’ambiente naturale e perorano una “causa” del tutto estranea ai loro interessi.
Che la discussione sia poco “sentita” lo certifica la scarsissima presenza, nel salone del Centro Sociale, di amministratori e cittadini: ci sono i sindaci di Umbriatico (Pasquale Abbenante); Mandatoriccio (Angelo Donnici) e la voce stonata del primo cittadino di Pietrapaola, Giandomenico Ventura, il quale reclama, ad alta voce, un “tavolo tecnico”, non fosse altro per capire a cosa “andiamo incontro”: Questi benedetti rifiuti che pure noi produciamo bisogna smaltirli da qualche parte. Perché non discuterne, pacatamente,; vagliare i pro ed i contro e poi assumere una decisione?”.
È una voce che urla nel deserto: da tutte le parti si levano cori di disapprovazione. E che diamine, siamo o non siamo la terra benedetta dal Signore e dagli uomini? Lasciate che a gestire il nostro destino siamo noi, e soltanto noi.
Intanto si dovrebbe spiegare ai “virtuosi” cittadini che bisogna aborrire la plastica; che è necessario fare a meno dei cellulari perché le antenne di telefonia mobie creano onde elettromagnetiche nocive per la salute; che girare in auto contribuisce ad allargare il buco dell’ozono.
In verità, sulla metaforica graticola non c’è il sindaco di Scala Coeli, Mario Salvato, anch’egli comunque contro: altri impegni lo hanno chiamato altrove.
Ma come si fa a non far sentire la propria voce, quella del propeio comune, in una questione così “importante”, come dicono gli ecologisti dell’ultima ora?
Filippo Giovanni Sero, dopo la solita divagazione sull’esercizio della lbertà di stampa, fa la cronistoria della vicenda e parla di “un colpo di mano”.
Di medesimo avviso il consigliere provinciale di Crotone, Michele Greco, il quale dissente da ogni tipo di attività che in qualche modo modifichi la destinazione d’uso delle nostre meravigliose terre.
E via così, nella solita litania della terra del “no”, dei “no” ad ogni costo, perché quaggiù saremo pure dei poveracci, ma la natura, la nostra “matrigna” natura, quella non si tocca, salvo quando essa tocca le tasche dei soliti notabili che da essa traggono enormi guadagni.
Ed allora il consiglio comunale si colora di “verde”, magari pallido, non convinto, ma sempre “verde”.
Il coro dei “no” è contagioso: “Siamo il territorio sfruttato ad ogni piè sospinto. Ed ancora vogliano approfittare della nostra bontà. Via i barbari , Non aaccettiamo decisioni imposteci dall’alto. Il nostro sviluppo deve essre diverso”.
Diverso, si. Ma da cosa?