OSPEDALE: LE REAZIONI ALLA VISITA DELLA III COMMISSIONE REGIONALE DELLA SANITA’ – PREOCCUPATI SERO(PD) E BARATTA (IDV) PER LA SORTE DEO “COSENTINO”
CARIATI – Pasquale Loiacono - La visita della III commissione regionale per la sanità invece che sfrondare luoghi comuni e diradare ombre, dubbi e sospetti, e spiegare, una volta per tutte, cosa ne sarà dell’ospedale “Cosentino”, ha alimentato equivoci ed ambiguità, amplificando malumori e minando una “condivisione” d’intenti bipartisan, costruita a fatica, anche se a volte non onorata.
Ad essere infuriati questa volta sono i capigruppo di minoranza in consiglio comunale, Mario Sero (Pd) e Luigi BaratTa (Idv) che, in un documento congiunto, nell’esprimere “viva preoccupazione per le sorti del presidio ospedaliero”, raccontano quanto a loro occorso durante la “visita” della commissione regionale.
“Invitati formalmente dal sindaco, quali rappresentanti delle opposizioni e membri del comitato permanente pro-ospedale, ci siamo recati al nostro ospedale, con due ore di anticipo, per accogliere la commissione regionale unitamente al primo cittadino. Purtroppo non ci è stato permesso di partecipare al “tour” perché letteralmente cacciati via. Ci è stato detto che eravamo di troppo e che violavamo la privacy, e noi, dopo inutili resistenze, ci siamo dovuti arrendere, anche per non turbare ed infastidire i “signori”. Purtroppo, con rammarico, abbiamo dovuto constatare che il sindaco, probabilmente in stato confusionale, non ha speso una parola in nostro favore, onde permetterci di esprimere le nostre opinioni. Eppure erano presenti numerosi “intrusi”, (portaborse, giullari, lacchè, politici provinciali e locali), ma noi abbiamo ceduto il passo, non perché pavidi, ma solo per senso di responsabilità: non volevamo, si ribadisce, innervosire nessuno, e men che meno lorsignori”.
I due capigruppo, considerato che “ancora una volta, sotto silenzio è passato un durissimo colpo alla sanità del territorio”, annunciano a chiare lettere: non ci resta che dissotterrare l’ascia di guerra e riprendere la battaglia”.
Contro chi e cosa ancora non si sa.