LE VERITA’ DEL PONTE-ONLINE ARMANO LA MANO DEI SOLITI CRIMINALI IMBECILLI








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REDAZIONALE – Qualcuno ha scritto che la verità in senso assoluto non esiste ma è piuttosto una categoria dello spirito, un’aspirazione.
La verità è quella del momento, quella che produce un effetto. Passato un giorno, un mese o un anno, non ha senso il vero o il falso.
E di effetti, per alcuni disastrosi, devono produrne le verità che racconta “il Ponte” se qualcuno continua ad “armare” la mano dei soliti criminali imbecilli.
Ieri il portone bruciato; poi le bombe carta per incutere timore; poi il taglio dei fili del telefono (gesto emblematico per un giornale on line, come se ad un quotidiano si tagliassero i rifornimenti della carta); ancora minacce ed aggressioni verbali.
Oggi l’acme, i vetri infranti dell’abitazione del nostro direttore, che nella nostra comunità segnano un punto di non ritorno per la libertà di espressione di tutti.
L’episodio è significativo: è doloroso ammetterlo, ma in questo posto, nel nostro amato paese (espressione abusata) non si può fare informazione, nemmeno quella “faziosa” come la nostra.
Ci accusano di essere “partigiani”, cioè di una “parte” e ci propinano ogni giorno lezioni di moralità, di legalità e, addirittura, di “buon giornalismo”.
Perché? Se saremmo dalla “loro” parte qualcuno si scandalizzerebbe? Qualcuno fomenterebbe animi già esagitati e inciterebbe alla violenza allo stato puro?
Crediamo di no, per un motivo semplicissimo: noi non stiamo né di qua, né di là.
Stiamo in mezzo al guado, remando, e non seguendo la corrente.
La nostra modesta forza sono i lettori, sempre più numerosi, e certi abiti da servi sciocchi non l’indosseremo mai, tantomeno il bavaglio.
Continueremo finché avremo forza, e dopo di noi ci saranno altri, perché nutriamo la speranza che Cariati possa davvero cambiare; crediamo che anche quaggiù i diritti debbano essere rispettati, da tutti; crediamo che non è più tempo di asservirsi a questa o quella corte; crediamo che la prepotenza abbia i giorni contati; crediamo, in una parola, nell’esistenza libera e dignitosa di ciascuno.
Signori mandanti o attentatori, dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo le cose per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti, e l’imposizione di un “pensiero unico” è un'insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno.
Infine si ricordi: finché ci saranno persone come voi, ci saranno anche persone come noi.

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