SALTA LA SERATA PER LA MANCATA RAPPRESENTAZIONE “LA FORTUNA CON LA F MAIUSCOLA” - LA COMPAGNIA DA FORFAIT PERCHE’ IL COMUNE PROPONE SOLO UN CACHET DI SOLO 250 EURO PERO’ SPENDE CIRCA 10 MILA EURO PER UN CAFFE ….AMARO
CARIATI – Pasquale Loiacono - Come rimediare figure barbine: Il comune inserisce nel cartellone degli eventi estivi a cura delle associazioni la rappresentazione della commedia di Edoardo De Filippo “La fortuna con la F maiuscola”, prevista per mercoledì 21 luglio, alle 21 e 30 in Piazza Friozzi,
Poiché la “prima”, occorsa qualche mese fa al Teatro civico, riscuote un sostanzioso gradimento di pubblico, l’attesa è grande, anche per via del fatto che il cast è composto rigorosamente da talentuosi dilettanti con una predisposizione naturale alla recitazione.
Loro, gli attori principianti, fondano pure una compagnia amatoriale (“Thalia”) in seno alla più blasonata Associazione “Amadeus”.
Ma qualcosa va storto, perché, nonostante la pubblicità dell’evento sia stata incessante fino al giorno stesso della replica a furor di popolo, la pièce teatrale non va in scena e cittadini e turisti, dopo vana attesa, restano con il classico palmo di naso.
Invero, la citata “Amadeus” diffonde qualche ora prima della messa in scena una nota attraverso la quale, ovviamente scusandosi “con la cittadinanza”, comunica che “per problemi tecnico organizzativi” la commedia non avrà luogo”.
Troppo tardi. E comunque quella della “Amadeus” è una puerile quanto incomprensibile bugia.
Cosa c’è sotto? Abbiamo approfondito, accertando senza ombra di dubbio che la cancellazione dello spettacolo era stata decisa almeno da una settimana.
Le ragioni ce li spiega il capocomico, Aurelio Parise: “I veri problemi sono i quattrini. Il Comune ci aveva proposto un cachet di appena 250 Euro, del tutto insufficienti per allestire l’opera. La nostra compagnia è amatoriale e nessuno di noi, essendo ciascuno mosso da passione, pretende di essere retribuito. Il solo affitto dell’impianto audio ci costa oltre mille Euro, ed esigere di pagarlo di tasca nostra, francamente ci pare esagerato. Questo, e non altro, il motivo dell’annullamento”.
Scoperto l’arcano, restano altri interrogativi: perché non si è pensato ad avvisare per tempo cittadini e graditi ospiti? Possibile che tutti intuissero le difficoltà economiche tranne l’amministrazione comunale e l’Associazione? La domanda arriva spontanea: perché per un caffè letterario il Comune spende circa 10 mila euro mentre per una commedia teatrale propone un cachet di appena 250 Euro?
Insomma, una figuraccia “con la F maiuscola”. E non c’è da ridere.