LA SANA SATIRA DEL PONTE-ONLINE - "ARRIVANO I TURISTI: PADRONI DI CASA I TOPI DEL CENTRO STORICO" - OGNI RIFERIMENTO A FATTI, CIRCOSTANZE O PERSONE E' PURAMENTE CASUALE
Dopo le 40 bici (ma non si sa dove sono) da affittare alle migliaia di turisti festanti che affollano le nostre spiagge, la giunta civica ha deciso di acquistare anche 44 gatti in fila per 6 col resto di 2.
Serviranno a dare la caccia ai topi che hanno invaso il Centro Storico.
I sorci girano allegramente anche di giorno; alcuni sono di taglia incredibile che spesso si confondono con il gran politico Topo Gigio.
L’altro giorno un ratto con gli occhiali passeggiava tranquillamente in Corso XX Settembre quando è stato fermato da un cittadino incazzato: “Mi hai promesso invano un posto di lavoro. Basta! Non ti voto più”.
Pare che Topo Gigio stia sfruttando a suo vantaggio la situazione, perché ogni sera lo si vede contemporaneamente in posti diversi (ad un festino; sulla barca da 160 metri; a pomiciare; all’inaugurazione delle mostre di pittura; a cena con Mastro Lindo, Provolino, Catàvur ed Erre Moscia): lui al suo posto manda i sosia sorci.
Comunque quello dei roditori è un tema da affrontare, ed ecco la provvidenziale riunione di giunta che vi raccontiamo così come la riferisce il l’Usignolo volante:
Per la prima volta in vita sua prende la parola l’assessore Peppe Din Don: “Non credo che 44 gatti in fila per 6 col resto di 2 siano sufficienti a risolvere il problema. Propongo di comprare la colla”.
“Ma quale colla – gli fa eco Pippi Calzelunghe, il maschio che non esercita – se quella ci serve per attaccare i manifesti della prossima campagna elettorale”.
Peppe Din Don si pente di aver parlato; sbadiglia e cade in letargo.
Pippi Calzelunghe è fulminato dallo sguardo cattivo di Micuzzo Tremonts: “Taci tu con quella vocina che sembra una molecola in una bottiglia di acqua minerale. Sentiamo il nostro amato Principe Topo Gigio, la voce della verità; il motore immobile dell’universo; l’unto del Signore”.
Topo Gigio, che è unto solo del sughetto di una pepata di cozze appena mangiata, dopo un paio di rutti sancisce: “I topi non sono un problema, ma una risorsa. Sfruttiamoli”.
Mastro Lindo, che è un uomo colto, ma mai sul fatto, annuisce: “Maestà, è vero che tu li usi come sosia, ma per la verità a me sembrano troppi. Almeno coi 44 gatti in fila per 6 col resto di 2 potremo sperare di ridurli di numero e controllarli meglio”.
“Al contrario – replica l’unto delle cozze – bisogna moltiplicarli perché la provincia sta approvando una leggina che consente ai sorci il diritto di voto. Ci pensate come ci saranno utili l’anno prossimo quando nessuno ci voterà? Noi li alleviamo per bene; li mandiamo a fare i comizi al posto nostro, così ci evitiamo gli sputi in faccia e, infine, li mandiamo tutti alle urne. Vedrete che successo! A quelli là gli faremo vedere i sorci verdi”.
C’è un’emergenza: Erre Moscia tenta di articolare qualche parola, ma la lingua gli si avvita sull’incisivo dell’arcata superiore destra. Urge l’intervento di un dentista. L’unico disponibile è Guardacomedondolo, ma è un comunista; all’ospedale non si può andare perché non c’è nessun medico. Non resta che far di necessità virtù: Catàvur smonta dalla sua battente il Mi cantino e lo caccia nella bocca di Erre Moscia. Un’estremità della corda la lega al dito del presidente Provolino e gli ordina di tirare, mentre Mastro Lindo è preso dal panico e piange sulle spalle di Topo Gigio.
Sono momenti drammatici che durano un’eternità. Erre Moscia è paonazzo. Provolino, che avendo le mani in pasta dappertutto sa come fare, dà uno strattone ed infine gli libera la lingua.
Un sospiro di sollievo e si ricomincia, ma Erre Moscia premette: “Sia chiavo che chiedevò al Comune il vimbovso dei danni subiti dalla mia lingua. Lo so che passevanno 12 anni, ma se viesco a tvovave una giunta disponibile come questa, entvo il 2022 mi faccio un mucchio di denavo”.
Si mette ai voti la proposta di Topo Gigio che passa con la sola astensione di Peppe Din Don (continua a dormire).
Ma ci sono i 44 gatti in fila per 6 col resto di 2.
“Cosa farne? E chi la sente l’opposizione quando scoprirà che li abbiamo comprati ricorrendo all’anticipazione di cassa?”, riprende Mastro Lindo.
Micuzzo Tremonts, per il quale, come l’ex ministro Scajola, tutto accade a sua insaputa, tanto da non sapere che il fratello ha vinto un concorso comunale, espone i numeri: “Dunque, ogni gatto ci è costato 22.867,23 Euro, comprensivi di collarino antipulci. In totale abbiamo speso 1.006.158,10 Euro, così ripartito: il 10% a Mastro Lindo, Erre Moscia, Catàvur e Provolino; il 15 a Topo Gigio; il 10 a Omino Bianco e Del Mese. In pratica i gatti li abbiamo pagati realmente solo 60.369,58 Euro”.
Pippi Calzelunghe, che era al cesso e non ha partecipato ai dividendi, firma senza sapere cosa: Napolitano ha imparato da lui.
Catàvur, euforico perché finalmente può ricomprare tutta la strumentazione nuova alla sua band, commenta: “I sorci rappresentano la nostra identità, quell’ancestrale filo, sottile ma solido, che ci lega alle radici dei nostri nonni, alle migrazioni dolorose dell’anima e della carne. Propongo che oltre a Città della tarantella, dell’olio, dell’Herakles, della mortadella, del montone, delle case in curva, delle bandiere blu, verdi, rosse e gialle, Cariati si fregi del titolo di Città del sorcio”.
E per festeggiare imbraccia la battente ed improvvisa la “Tarantella suriciara”. Ecco qualche strofa:
L’odore dell’origano e del mare
Illuminato dalla lampara
E i pescatori che cantano la “Suriciara”
Mentre salpa il bastimento
E nessuno è mai contento
Di lasciare la nostra terra
Dove ogni giorno è una guerra
Combattuta contro il ratto
Che invece è il riscatto
Di tutta la comunità
Trallallero trallalà.