I CENTO ANNI DI SACERDOZIO E DELLE PRIME STIMMATE DI PADRE PIO - In un libro del giornalista calabrese Raffaele Iaria
Quest’anno si celebrano i cento anni dall’ordinazione sacerdotale di Padre Pio da Pietrelcina e delle sue prime stimmate. Il frate cappuccino, infatti, è stato ordinato sacerdote a Benevento, il 10 agosto 1910. Quattro giorni dopo a Pietrelcina ha celebrato la sua Prima Messa nella Parrocchia “Santa Maria degli Angeli”, oggi Santuario diocesano di “San Pio da Pietrelcina”, dove si conserva la statua lignea policroma di scuola napoletana della fine del Seicento raffigurante la Madonna della Libera, patrona di Pietrelcina, che padre Pio chiamava affettuosamente “la Madonnella nostra” e della quale diceva: “Mi sono cresciuto ai suoi piedi”. E’ a Pietrelcina che un mese dopo, circa, dalla sua ordinazione, riceve le prime stimmate, quelle da tutti definite “invisibili”, ma non per questo non dolorose.
A Pietrelcina il frate cappuccino ha vissuto circa trent’anni della sua vita con lunghi periodi di permanenza quando alcune sofferenze fisiche lo allontanavano dai conventi cappuccini – durante il periodo di studio e anche dopo la sua ordinazione sacerdotale – che lo ospitavano per respirare l’aria salubre del paese natale. Prima di essere inviato a San Giovanni Rotondo dove ha vissuto fino alla morte.
Per ricordare i tre eventi del 1910 l’editrice “Tau” manda in libreria, tra qualche giorno, un piccolo volume dal titolo “Quei tre giorni di Padre Pio. A Pietrelcina un secolo fa” scritto dal giornalista calabrese Raffaele Iaria e nel quale l’autore non vuole raccontare tutto il percorso di padre Pio prima di diventare sacerdote oppure raccontare la sua vita da presbitero a Pietrelcina e successivamente a San Giovanni Rotondo, ma un brevissimo periodo della sua vita: dal 10 agosto al settembre di 100 anni fa e cioè dal giorno della sua ordinazione sacerdotale a Benevento fino alle prime stimmate a Piana Romana di Pietrelcina, passando per il 14 agosto, giorno della celebrazione della sua prima messa in questo borgo del Sannio. Queste pagine – scrive nella prefazione Paolo Bustaffa, direttore dell’agenzia di stampa cattolica “SIR” - portano il lettore in punta di piedi accanto a un frate umile e riservato che vive il momento pubblico del suo ‘sì per sempre’ a Dio con una vibrazione interiore che sorprende lui stesso prima che gli altri. È una fiammata che il tempo non consumerà, anzi al contrario, riaccenderà ogni istante come il roveto ardente sul monte Sinai”.
Padre Pio, in quei tre giorni di cento anni fa raccontati in questo libro – aggiunge Bustaffa - veniva fortemente scosso da una Voce che non lo abbandonerà mai più, una voce che sarà con lui con il linguaggio del silenzio, del nascondimento e della preghiera”. Il “sì per sempre a Dio” diventato pubblico e definitivo in quel lontano 10 agosto 1910, “portava ad alta quota la strada della santità di padre Pio, strada verso Dio, strada che attraversava un piccolo paese ma andava
oltre: puntava verso le altezze di Dio”.
Padre Pio e la sua vocazione di “itinerante – aggiunge il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Giancarlo Perego nella postfazione al volume di Iaria - la storia del padre e del fratello (emigranti al momento dell’ordinazione di p. Pio, ndr), la sua storia di figlio con un pezzo di famiglia lontano per un certo tempo: sono tasselli di una storia e vita sacerdotale che aiutano a costruire l’ipotesi di una santità nella mobilità, la realtà di un’esperienza di prete che cresce solo nella relazione e nel dialogo. Ancora una volta padre Pio da Pietrelcina costruisce – scrive mons. Perego - il miracolo di una storia personale che da un piccolo paese del nostro Sud guarda al mondo e ai mondi di oggi, aiutandoci a collocare nuovamente e originalmente la storia del sacerdozio cristiano”.