CONCLUSA A CARIATI LA MISSIONE PASSIONISTA
Cariati - Maria Scorpiniti -In occasione dei 50 anni di presenza della Congregazione Sorelle di Santa Gemma, si è svolta a Cariati, dal 13 al 20 maggio, una settimana missionaria animata dai passionisti Piero Greco, Carlo Scaringella, Peppe Pane, Salvatore Cozza, Giacinto Curcio, dalla madre superiora Antonia Grosso, e dalle suore Giovanna Costantino, Marina Ghilardi, Gloriose Nshimirimana, Gabriella Astorino. Molti sono stati i momenti di preghiera e di incontro con le famiglie, gli ammalati, i giovani, i ragazzi delle scuole. I fedeli si sono ritrovati insieme anche nei Centri d’Ascolto rionali e nella “Marcia della Fede” interparrocchiale, organizzata in collaborazione con i parroci don Mosè Cariati, don Angelo Pisani e don Pino Mustaro. La marcia, partita da Cristo Re, con in testa una croce di legno portata dai giovani, ha attraversato le vie della marina ed un tratto del lungomare, concludendosi nel piazzale della stessa chiesa, dove è stato piantato il “legno” in ricordo della missione. I missionari hanno incentrato tutta la loro predicazione sul mistero del Crocifisso, “testimone di un Dio che incontra l’uomo nella sua croce quotidiana” e sulla gioia della “buona notizia”. Nell’ambito della settimana, ha avuto luogo anche la tradizionale processione in onore di Santa Gemma Galgani. La missione si è chiusa nella cattedrale San Michele Arcangelo, con una solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Santo Marcianò, dedicata al rinnovo delle promesse matrimoniali da parte delle coppie presenti. “È stato un tempo di grazia in cui ognuno ha avuto modo incontrare il Signore e trovare salvezza”, ha affermato mons. Marcianò nel corso dell’omelia, riferendosi sia al tempo missione che alla visita pastorale da poco conclusa. L’Arcivescovo ha anche ricordato l’opera delle suore incentrata sul modello di Eufemia Gemma Giannini, fondatrice della Congregazione e, rivolgendosi agli sposi, ha parlato della vocazione, vissuta nel matrimonio, dove i coniugi sono chiamati anche ad accogliere la croce per una santità “rivelata, dimostrata” e per essere quei testimoni credibili dell’Amore che oggi la Chiesa chiede.
Le sorelle di Santa Gemma, infatti, nei 50 anni di presenza a Cariati, hanno incarnato le stesse virtù che hanno caratterizzato l’esperienza spirituale della mistica lucchese, vale a dire la carità, la semplicità, l’umiltà e il sacrificio. Per il popolo cariatese hanno costituito sempre un forte richiamo poiché, nella loro Casa, hanno trovato accoglienza non solo i pellegrini, ma anche molte ragazze in difficoltà; lo stesso sacerdote Alessandro Vitetti, del quale è in corso la causa di Beatificazione, negli ultimi anni della sua vita è stato assistito delle loro amorevoli cure. Una presenza incisiva, dunque, ma semplice e discreta, sempre calata nel tempo storico. Fu la stessa Serva di Dio, Eufemia Gemma Giannini, ad inviarle il 3 novembre 1959 su richiesta di don Alfonso Russo, allora parroco di Santa Maria delle Grazie, per organizzare un servizio nei confronti dei più piccoli, mediante la scuola materna, e delle ragazze, nell’ambito dell’Azione Cattolica e della catechesi. Era un periodo in cui la maggior parte della popolazione viveva di agricoltura e pesca e versava in un grave stato di miseria; erano anche i primi anni dell’emigrazione verso la Germania. Madre Gemma, visitando le sue suore da poco stabilite in paese, rimase molto colpita dalla situazione di sofferenza di tante famiglie: ritornata a Lucca, dalla casa madre scrisse loro una lettera per raccomandare di aiutare quella gente il più possibile. Da allora, l’apostolato delle suore è stato caratterizzato dall’impegno educativo poiché hanno formato intere generazioni ai principi della vita cristiana È ancora vivo, nel ricordo di tanti, il laboratorio di ricamo per le signorine, l’asilo infantile, le magnifiche recite natalizie, i festival canori e le colonie estive in Sila, il gruppo di preghiera costituito da bambini e chiamato “I piccoli amici di Gesù”: tutte attività portate avanti con dedizione delle compiante suor Pia, suor Bernardetta e suor Gesualda. Ma il loro apostolato non è stato rivolto solo alla popolazione della cittadina jonica. Nei primi tempi, venivano chiamate, per la catechesi, anche nei paesi vicini, come Torretta di Crucoli e la frazione San Morello di Scala Coeli, dove avevano portato la novità del catechismo nelle scuole.