L'UNIONE EUROPEA METTE IN GINOCCHIO GLI OPERATORI DEL MARE - PROTESTA A CARIATI DEI PESCATORI DELLA FASCIA IONICA DA SOVERATO A CARIATI A SCHIAVONEA




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di Pasquale Loiacono
CARIATI – Pescatori calabresi della costa jonica in rivolta.
Da Soverato a Catanzaro, a Le Castella, a Crotone, a Cirò Marina a Cariati, a Schiavonea, quasi mille famiglie, senza contare l’indotto, rischiano la rovina e minacciano proteste a non finire. E tutto a causa delle nuove norme europee che da ieri vietano, di fatto, la pesca di molluschi e pesci di piccole dimensioni.
Stop alle reti con maglie che non raggiungono i 50 millimetri, nessuna attività consentita a meno di 600 metri dalla costa, reti gettate a non meno di un miglio e mezzo dalla riva.
Da oggi, insomma, potrebbero sparire per sempre dalle nostre tavole vongole, calamaretti, seppioline, cannolicchi, moscardini, triglie, naselli e gamberi.
Dalle bancarelle improvvisate ai ristoranti più rinomati del litorale, dunque, addio. al fritto di paranza, alle sagre affollate di Soverato e Corigliano, agli spaghetti con vongole di casa nostra.
A quanto pare abbiamo tirato troppo la corda o, almeno, è quello che sostiene la Commissione Europea che ha imposto lo stop alla pesca anche di altre specie ittiche. Maglie più larghe per le reti dei pescatori e, di conseguenza, meno pescato da una parte, con le conseguenze immaginabili dal punto di vista dell'occupazione, e abitudini da cambiare per cuochi e consumatori che dovranno rivedere le loro ricette.
In altre parole cambia tutto, o quasi.
È possibile qualche deroga o proroga per vongole, cannolicchi e telline, ma il senso generale del Regolamento Mediterraneo è fin troppo chiaro
“Se le nuove direttive non verranno modificate – commentano i lavoratori del mare convenuti presso la sede della Cooperativa dei pescatori di Cariati - i mercati ittici saranno invasi dal pescato proveniente dalla Cina dove non esistono regole e nessuno vieta di esportare questo tipo di pesce. Siamo preoccupati. Qui la gente da sempre vive grazie alla risorsa mare. Se ci mettono in condizione di non pescare più cosa faremo?”
In particolare, secondo quanto stabilisce il nuovo Regolamento Mediterraneo della Ue, da oggi per la pesca a strascico bisognerà utilizzare reti con maglie più larghe.
Se per alcuni i pesci di piccola taglia non saranno più “tirati in secca” con le paranze attrezzate sottocosta, altri potranno pescarle con le più potenti turbo-eliche, barche turbo-aspiranti che possono navigare ben oltre il limite di 600 metri imposto dalla Ue. Un mezzo che, secondo gli ambientalisti, distrugge per sempre i fondali.
Solo per il settore legato alla ristorazione calabrese il danno calcolato dai divieti si aggira sui 2 milioni di euro l’anno, mentre il destino dei piccoli pescherecci sarà il disarmo.
“Abbiamo una piccola economia - dicono i pescatori di Crotone - basata sul nostro lavoro autonomo. Se non possiamo uscire in mare saremo costretti a imbarcarci sui pescherecci d’altura, agli ordini di grandi armatori”.
È una restrizione che cade come sale sulle ferite aperte dei nostri pescatori: “Viviamo già momenti difficilissimi. Il costo del gasolio assorbe il trenta per cento del profitto, i consumi sono calati del dieci per cento, il mercato langue e impongono delle regole che taglieranno la produttività solo alle nostre imprese, mentre quelle extracomunitarie potranno continuare a operare indisturbate e a vendere il pescato sui mercati europei, in assenza di dazi”.
A parere dei pescatori, il Regolamento non ha considerato la profondità dei fondali che varia da mare a mare: “Non siamo nell’Adriatico. Qui, a poche decine di metri dalla riva, ci sono depressione di parecchie braccia. (Lo Jonio è il bacino più profondo del Mediterraneo, infatti raggiunge in più punti una profondità di 4.000 m e tocca i 5.000, ndc) Costringerci a pescare in altura significa darci il colpo di grazia. Noi abbiamo piccole imbarcazioni non adatte a questo tipo di attività. Bisogna rivedere tutto, come hanno fatto in Liguria”.
Già, perché la Liguria, potenza di certe regioni, è riuscita a sfuggire alla norma europea con un’eccezione che permetterà ai pescatori a strascico di gettare le reti già a una distanza di 0,7 miglia dalla costa.
Per i pescatori di casa nostra, invece, non si è mossa nessuna istituzione.
Solo dopo essere stato informato della protesta, l’assessore regionale all’agricoltura con delega alla pesca, Michele Trematerra, ha convocato per dopodomani mattina, a Catanzaro, presso la sede dell’assessorato, una delegazione di pescatori jonici, quelli col volto solcato dalla salsedine e negli occhi l’azzurrità del’immenso mare “da cui vergine nacque Venere”.

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