LEONARDO RIZZO GIORNALISTA SCOMODO NELLA REALTA' DI CARIATI - SUBISCE ANCORA UN ATTENTATO INTIMIDATORIO





di Pasquale Loiacono

CARIATI – Per mettere il bavaglio alla stampa non ci si serve solo di un decreto legge: bastano (basterebbero) anche le intimidazioni.
Avvertimenti; piccoli sabotaggi; lettere minatorie: tutto fa brodo.
Quaggiù, chi nutre l’insana passione del giornalismo è come in trincea: i colpi bisogna pararli da tutti i fronti.
Lui, Leonardo Rizzo, direttore del sito d’informazione “ilponte-online”, pubblicista di lungo corso, già collaboratore delle più prestigiose testate quotidiane regionali e pioniere di Rai Calabria, a certe “scaramucce” è abituato.
Lo hanno minacciato; gli hanno fatto trovare delle pallottole sulla soglia della sua redazione; gli hanno bruciato il portone di casa ed ora, per ultimo, gli hanno tranciato, nottetempo, i cavi delle linee telefoniche che, per uno del mestiere, corrisponde a togliere la linfa vitale delle nuove frontiere della comunicazione.
Cronista “scomodo”, il Rizzo ha denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine, ma non si scompone più di tanto: “Continuerò a fare il mio lavoro, perché io la livrea del servo sciocco non la indosserò mai, per nessun padrone”.
Spesso fuori da coro, le “stecche” del Rizzo possono anche non piacere, ma rimane comunque un baluardo di libertà, anche quando non si condividono certe sue scelte editoriali.
Al giornalista è pervenuta la solidarietà del capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, Mario Sero, per il quale quando “alcuni personaggi, marginali della politica, definiscono pubblicamente il tuo sito “spazzatura”, non si fa altro che alimentare odio ed avversione ed alla fine si finisce per “armare la mano” a menti deboli che si sentono quasi in diritto di compiere simili atti”.
Anche i vertici politici del Pd, di Italia dei Valori, dell’Udc e dell’Mpa, esprimono la loro vicinanza al giornalista, incoraggiandolo, anzi, a proseguire nel suo racconto quotidiano dei fatti calabresi.
Rizzo ringrazia, sornione: “Grazie a chi mi è vicino, soprattutto a quei colleghi che, come me, la schiena non la piegheranno mai”.


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