Momento di riflessione del popolo cariatese con la Via Crucis sul mistero della Pasqua ---------- Appello di Marcianò per la SS 106 “raccogliamo tante lampadine che invieremo all’Anas”




CARIATI – Pasquale Loiacono - La Via Crucis Diocesana, quest’anno svoltasi a Cariati e presieduta dall’arcivescovo Santo Marcianò, è stata un momento di autentica riflessione sul mistero della Pasqua, grazie alla partecipazione di religiosi, sacerdoti, laici e membri dei gruppi, movimenti ed associazioni provenienti da ogni parte della diocesi.
Ad ogni “stazione” della via dolorosa corrispondeva un tema diverso e sempre attuale, come quello curato e svolto all’ottava sosta dall’infaticabile Cif (Centro italiano femminile) al quale ha offerto la sua testimonianza di dolore la mamma di Pierpaolo Pignataro, un ragazzo di Terravecchia che, cinque anni fa, ha perso la vita in un incidente stradale e che è diventato, per volontà della famiglia, donatore di organi.
Ma Santo Marcianò, fedele al suo impegno nella società, ancora una volta ha voluto toccare argomenti e temi di grandissima attualità.
L’Arcivescovo, che ha esortato ad avere “rispetto per il proprio corpo e per quello altrui”, , ha lanciato un ennesimo, forte appello agli amministratori pubblici per la messa in sicurezza della statale 106: “Noi abbiamo fiducia nelle istituzioni, ma, nonostante le promesse, ad oggi la 106 rimane una strada pericolosa, non illuminata, difficile da percorrere di notte”.
E si fa promotore di un’originale iniziativa: su sua indicazione, nei prossimi giorni, ogni fedele della diocesi porterà in chiesa, una lampadina; tutte quelle raccolte verranno offerte simbolicamente ai dirigenti dell’Anas “affinché la SS106, da strada del buio e della morte sia finalmente illuminata e diventi strada della luce e della vita” .
Santo Marcianò non è nuovo a questo genere di iniziative: già in occasione della festa del Santo Patrono di Cariati, San Leonardo, il 6 novembre scorso aveva invitato alla mobilitazione per l’importante arteria, definita tristemente “strada della morte”, denunciandone l’impraticabilità in termini di sicurezza e di viabilità e rivolgendo, allora, un accorato appello ai politici e alle istituzioni, affinché facessero seguire i fatti ai progetti e alle promesse. Un appello che, nei giorni successivi, aveva avuto una eco condivisa, ma a cui non è stato dato seguito con i fatti concreti che, ormai da anni, tutti attendono.

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