ABORTO: UNIONE GIURISTI SU VICENDA ROSSANO





(AGI) - Cosenza, 28 apr. - "La gravissima vicenda del neonato di ventidue settimane sopravvissuto per piu' di una nottata presso l'Ospedale di Rossano ripropone la drammatica tematica dell'aborto terapeutico, e dei profili di responsabilita' penale dei protagonisti dell'intera vicenda abortiva". Lo si legge in una nota dell'Unine giuristi di Rossano, che cosi' prosegue: "Non sta a noi disquisire sulle problematiche penalistiche inerenti alla vicenda abortiva, ne' esprimere pareri e giudizi sulle condotte poste in essere dai protagonisti di questa ennesima sciagurata vicenda, ma ricordiamo solo che gli articoli 6 e 7 della legge interrutiva della gravidanza 194/1978 consentono l'aborto c.d. terapeutico, cioe' effettuato dopo 90 giorni dal concepimento, a precise condizioni: sussistenza di un pericolo di vita della donna, insussistenza della possibilita' di vita autonoma del feto e al tempo stesso di un processo patologico (fisico o psichico) in atto per la madre che possa degenerare recando un grave danno alla sua salute; infine, in caso di possibilita' di vita autonoma del feto, l'aborto e' consentito solo nell'ipotesi di pericolo di vita per la donna. Il nostro Ordinamento non riconosce invece l'aborto c.d. "eugenetico", ne' come diritto della madre, ne' come diritto del nascituro che si caratterizza per la particolare natura del prodotto del concepimento, il quale e' costituito da un feto affetto da rilevanti anomalie e malformazioni. Ma al di la' delle responsabilita' che saranno accertate dagli organi inquirenti, - si legge - cio' che preme ai Giuristi Cattolici e' ribadire ancora una volta il principio del diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano come elemento costitutivo della societa' civile e della sua legislazione, gia' affermato, anche di recente nel convegno tenutosi a Rossano il 27-28 novembre scorso sulle scottanti tematiche inerenti la pillola abortiva e la contraccezione in genere da cui e' emerso con forza il concetto di embrione non come mero "portio viscerum" ma come "spes hominis"".(

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