LA STORIA E LA MEMORIA DEL REDUCE FORMARO PER RIFLETTERE SULLA SHOAH
A Cariati studenti a confronto dopo la visione de “La vita è bella”
di Maria Scorpiniti
La scuola deve riappropriarsi della memoria storica per suscitare nei giovani la capacità di vivere l’umanità nei suoi aspetti migliori. Con questo augurio, rivolto ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Cariati riuniti nel Cinema Teatro, il sindaco di Cariati Filippo Sero è intervenuto nella Giornata della Memoria, il 27 gennaio scorso. L’occasione è servita anche, al primo cittadino, a rilevare l’importanza dei Diritti dell’Uomo, ancora oggi troppo spesso violati, richiamando al senso di responsabilità individuale, perché essi trovino la giusta applicazione. Nel corso della manifestazione, coordinata dal prof. Filippo Critelli, la dirigente scolastica Angela Maria Bruni ha affermato che, dalla tragedia dell’Olocausto, si possono trarre insegnamenti e valori, utili a far sì che non si ripeta, e ha invitato a fare memoria anche del tributo pagato dai calabresi nella seconda guerra mondiale; ha ringraziato quanti si sono adoperati per la riuscita della giornata: il comando di Polizia Municipale, l’URP del Comune (per il servizio-navetta), il Sindaco, il promoter Roberto Iacobino, gestore della struttura, i docenti che, nei giorni precedenti, hanno opportunamente sensibilizzato gli alunni sull’argomento della Shoah, inserito nell’ambito del progetto di continuità “Per non dimenticare…”. Gli alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria e gli studenti della secondaria di 1° grado hanno manifestato interesse per l’iniziativa e mostrato la loro preparazione sull’argomento; con attenzione, infatti, hanno seguito la visione del film “La vita è bella” di Roberto Benigni rivolgendo, poi, alcune domande a Domenico Formaro, l’anziano cariatese invitato dall’Istituzione Scolastica a portare la sua testimonianza diretta di reduce combattente. Zio Micuzzo, come è conosciuto in paese, di cui è la memoria storica, ha risposto con garbo e precisione alle numerose domande degli studenti, ricordando, tra le altre cose, gli anni in cui, partito giovanissimo e con grande entusiasmo per il fronte, ha combattuto in Iugoslavia, ritornando, dopo alcuni anni, invalido di guerra; stimolato dalle domande, ha anche precisato di non essere mai stato in un campo di concentramento, ma di aver temuto, in parecchie occasioni, di perdere la vita con i suoi compagni. La giornata si è conclusa con le profonde riflessioni del reduce rivolte ai giovani: “Non ho avuto la fortuna di studiare, ero orfano di padre e per mia madre sono stati tempi duri; prima di partire per il fronte ho fatto parecchi mestieri, perfino il pescatore. Oggi per voi – ha proseguito – è tutto diverso, è più facile, vi vedo andare a scuola tutti ben vestiti e con gli zaini firmati, mentre io, da piccolo, ho posseduto solo uno zaino fatto con ritagli di coperte da mia mamma”. Dalla riflessione, ai consigli rivolti ai ragazzi: “Anche se oggi ci sono tante cose che non vanno, vi assicuro che è meglio adesso; studiate con impegno, perché la scuola vi dà il passaporto per fare qualunque cosa e per muovervi come volete, anche in altri Paesi”.