Pd – Udc – Socialisti Uniti di Zavettieri, varano un nuovo soggetto politico. Apertura agli altri gruppi politici. Incontro segreto (si fa per dire) tra IDV e attuale maggioranza






Cariati - Domenica sera, presso il Centro Sociale cittadino, gremito in ogni ordine di posti, Pd – Udc – Socialisti Uniti di Zavettieri, hanno dato luogo ad una importante manifestazione interpartitica. L’inedita alleanza, ancora aperta al contributo di chiunque sposi le sue indicazioni programmatiche di massima, si apre con l’intervento del neo coordinatore dei giovani democratici, Camillo Branca, il quale, esordiente nella politica “adulta”, supera con lode l’impatto col pubblico. Branca raccoglie una gran messe di applausi quando dice che “i giovani non devono chiedere niente a nessuno, perché a nessuno apparteniamo, tranne che alle nostre idee”. Il ragazzo ha stoffa, e si sente: “Noi vogliamo restare quaggiù e dare il nostro contributo allo sviluppo di questa terra alla quale, nonostante gli uomini, ancora crediamo. Non è più possibile continuare una diaspora che si aggrava sempre più. Una volta, anche se la frase è trita e ritrita, partivano i contadini, gli analfabeti, i disperati. Ora tocca ai cervelli, a ragazzi che hanno alle spalle anni e anni di studi e sacrifici. Noi non ci stiamo più, perché il futuro, checché ne dicano i politicanti di mestiere, siamo noi”. Giuseppe Santoro, segretario dei Socialisti uniti, coglie la palla al balzo e dichiarandosi “vecchio” nonostante l’anagrafe lo assolva, si dice pronto “a collaborare ad una ipotesi di reale cambiamento nei metodi di una politica che sta conducendo Cariati verso un baratro senza fondo da cui si può risalire solo se riusciamo a coagulare idee e forze nuove, sane, genuine. Noi daremo il nostro modesto contributo d’esperienza, nel segno di una rettitudine morale di cui Cariati ha tanto bisogno”. Il segretario dell’Udc, Domenico Liguori, auspica una “rottura coi vecchi schemi del passato: “Sono stati bocciati non dagli uomini, ma dalla storia. Ed allora, o crediamo di vivere in una sorta di incantato Eden o prendiamo coscienza che siamo dinanzi a problemi, molti dei quali hanno radici antiche, mai risolti. Nel secondo caso rimbocchiamoci le maniche, perché significa che qualcuno è intervenuto in malo modo. Rompere col passato, dunque, ma senza commettere l’errore delle valutazioni anagrafiche: si tratta di individuare una squadra di governo che creda nel programma che stiamo costruendo”. Per Fausto Sero, segretario cittadino del Pd, “il primato dei partiti è condizione imprescindibile per costituire coalizioni in grado di governare senza tentennamenti. Come si fa a trattare con un singolo? Come si fa a trattare con chi rappresenta solo se stesso, o un gruppo di amici, senza che le sue azioni siano avallate da un gruppo di uomini e donne che si sono messi assieme per migliorare la società? Un partito, nella società civile, si occupa dei bisogni collettivi, mai di quelli singoli, altrimenti cedono le fondamenta della democrazia. Continuare su questa falsariga irresponsabile è un suicidio”. Partire da una rottura degli schemi del passato, dice Francesco Cosentino (Udc), che passa necessariamente da una nuova mentalità, senza dimenticare che in questa consiliatura “qualcosa di buono è stata fatta”. Mario Sero, capogruppo del Pd in consiglio comunale, vero record man di interrogazioni e denunce, rammenta le sue “battaglie”, senza dimenticare le “ironie e gli sberleffi che mi sono pervenuti dall’attuale maggioranza. Ma il tempo mi ha dato ragione; sono stato, insieme a qualche collega amico, l’unico “cane da guardia” della giunta di Filippo Giovanni Sero. Ed ho agito con coscienza, anche quando mi sono schierato apertamente col sindaco nella guerra contro la chiusura dell’ospedale. Adesso è ora di cambiare e di mandare a casa coloro i quali hanno usato il pennacchio per lauti interessi del tutto personali. Comincia oggi la campagna elettorale: siateci vicini”. Ma dalle cordate “contro” la maggioranza uscente pare allontanarsi il gruppo (si fa per dire) di Italia dei valori, anch’esso fiero oppositore della giunta municipale. I due dipietristi, che all’epoca della “vittoria” del 2006 erano nel limbo (anche se qualcuno aveva approfittato a piene mani dei voti dell’ex Udeur di Mastella), dopo essere stati cacciati, a sei mesi dalle elezioni (dicembre 2006), dalla coalizione che pure reggevano, avrebbero principiato una “love story” coi “buttafuori” dell’epoca, i socialisti, gli attuali “detentori” del “potere” che, avrebbero volentieri elargito, come dissero ai tempi del “capriccio”, una buona pedata nei quarti posteriori dell’assessora “pentita”. Ma tutto si accomoda. Volendo.


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