Mandatoriccio – Il mare restituisce il corpo di un uomo con il volto sfigurato avvolto in un salvagente


Sarebbe da scartare la morte per annegamento, mentre pare più probabile l’ipotermia o il decesso occorso per disidratazione o, addirittura, per fame




MANDATORICCIO MARE – Il cadavere di una persona, presumibilmente di sesso maschile, è stato rinvenuto ieri sulla spiaggia di Mandatoriccio Mare, a qualche decina di metri dalla foce del torrente Arso, nei pressi di un notissimo residence ed a un paio di chilometri da Cariati. Secondo quanto abbiamo appreso, quel fagotto indistinto, un ammasso di carne ed ossa scarnificate, sarebbe stato avvistato al largo da due pescherecci di Cariati intorno alle 9 del mattino. Le imbarcazioni, che a quell’ora erano intende al lavoro, a circa 500 metri dalla battigia, dopo avere cercato, inutilmente, di issare a bordo il cadavere, hanno avvisato via radio le autorità. Nel frattempo le spoglie mortali dello sconosciuto sono state trascinate dal mare sull’arenile. Il corpo ridotto ad un cumulo saponificato di muscoli e nervi; il volto irriconoscibile; pantaloni che, forse, un tempo erano bianchi; un giubbotto scuro, indistinto; sui resti della schiena, attorcigliato al collo, un salvagente di quelli, a prima vista, regolamentari, dal classico colore arancione: l’unico oggetto riconoscibile. Sul luogo del mesto ritrovamento ci sono i militari della guardia costiera e dei carabinieri che provvedono subito a transennare la zona, tanto che finanche al cronista, trattato alla stregua di un “invasore” criminale, è incredibilmente interdetto l’accesso, consentito invece alla televisione di stato ed alle sue telecamere, come se il diritto di cronaca fosse appannaggio unico di mamma Rai. Si riesce comunque a “catturare” qualche immagine che, speriamo, renda l’idea del “fattaccio”. Dagli inquirenti, ed è ovvio, dopo il trattamento vergognoso che ci hanno riservato, non trapela nulla. Le agenzie di stampa riferiscono di un presumibile clandestino abbandonato in mare, ma sembra un’ipotesi da scartare considerato il giubbotto salvagente,m praticamente intatto. La prima, sommaria perizia medica, è stata effettuata Raffaele Franzè, medico del distretto sanitario di Cariati, ma nulla trapela sugli esiti, coperti dal più stretto riserbo. Ora si tratta di conoscere le reali cause del decesso dell’individuo, trasportato presso l’obitorio dell’ex ospedale di Cariati. Sarebbe da scartare la morte per annegamento, mentre pare più probabile l’ipotermia o il decesso occorso per disidratazione o, addirittura, per fame. Ma potrebbe trattarsi, ed al quesito risponderà l’esame autoptico già disposto dalla Procura della Repubblica di Rossano, anche di morte violenta, pur non giustificata, ad una prima analisi, dall’indumento di salvataggio in quasi perfette condizioni. Insomma, tutto è avvolto, per ora, nel più fitto mistero. L’unica certezza sono quei brandelli indistinti di materia, una volta viva ed ora adagiati quaggiù, sulla spiaggia desolata e deserta della costa jonica, dove il mare infrange la tiepida sabbia dopo la burrasca delle ultime ore e riporta alla polvere i resti mortali di un essere umano, magari un disperato della terra, un “ultimo”, un diseredato della nostra splendida società, ma uno di noi, come noi, che il mare ci ha restituito, quasi per ammonirci che siamo tutti naufraghi del mondo e che i deboli possono perire, o essere ammazzati, nei flutti della vita.


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