Scala Coeli, si dimette l’assessore Carmine Paletta


“Non mi ritrovo più con la politica di dispetto che ultimamente si sta adottando”



SCALA COELI - Pasquale Loiacono - A cinque mesi dalla scadenza naturale dell’amministrazione civica,
Aldo Carmine Paletta, assessore alla cultura ed alle attività produttive, oltre che responsabile funzionale amministrativa del comune, rimette, a sorpresa, le deleghe a suo tempo conferitegli dal sindaco Mario Salvato.
Parlare di crisi, con le elezioni alle porte, pare eccessivo, così come sembrano poco chiari i motivi che hanno determinato il Paletta a rassegnare le clamorose dimissioni anche se egli stesso assicura che continuerà a dare il suo contributo all’attuale maggioranza.
L’ex assessore spiega: “Non mi ritrovo più con la politica di dispetto che ultimamente si sta adottando”.
Si, ha detto, tanto per intorbidire vieppiù le acque, proprio “politica di dispetto”, una categoria del pensiero originalissima che merita un approfondimento.
Il Paletta, da ex responsabile della cultura non chiarisce se usa il termine “dispetto” come aggettivo (nel senso di “umile”, “spregevole”) o come sostantivo maschile (“atto spiacevole provocato da stizza, risentimento, malignità”).
Se fosse vera la seconda ipotesi, ci troveremmo dinanzi ad un’accusa gravissima, inasprita dal’evidenza che certi sentimenti animosi non nascono e si sviluppano dall’oggi al domani, ma hanno una lunga incubazione.
Ed allora la domanda viene naturale: Perché il Paletta ha taciuto finora?
Ma torniamo alle sue giustificazioni: “Io, che fin dal mandato sono stato contro tale modo di fare politica (cioè contro il “dispetto”) non posso che essere coerente. Ringrazia gli elettori per la fiducia ed assicuro che svolgerò il ruolo di consigliere comunale fino in fondo, con dignità ed impegno”.
Il colpo letale alla martoriata lingua italiana: “Auguro al sindaco e alla nuova Giunta di avere tanto successo. Consigliando, se mi è permesso, di abbandonare la politica del dispetto, perché non porta da nessuna parte”.
Ma porta nel baratro delle inutili boiate.

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